Dopo le clamorose rivelazioni sul processo Mediaset e sulla frase del giudice Franco, Silvio Berlusconi commenta le novità.
«Il giudice Franco fu un galantuomo, che volle liberarsi di un peso nella sua coscienza. Era un peso che non sopportava più. Da tempo aveva chiesto di parlarmi ma mi ero sempre rifiutato, amareggiato per quello che avevo subito. Il colloquio si svolse nella mia residenza romana, alla presenza di testimoni. Mantenni il colloquio riservato». Così Silvio Berlusconi commenta le clamorose novità sulla vicenda dei diritti tv Mediaset. «Franco si sottomise a ciò che gli fu imposto» commenta Berlusconi, stigmatizzando anche le parole del giudice Esposito, che ha parla di una decisione collegiale dell’organo giudicante: «Posso solo dire che non me ne meraviglio. È stato proprio lui assolutamente dentro tutta l’operazione e non può che cercare di smentire la realtà dell’accaduto. Da lui non ci si può certo attendere una crisi di coscienza». La conversazione provata tra il giudice Amedeo Franco e Silvio Berlusconi, che sta aprendo una nuova stagione di scontri tra il centrodestra e la magistratura , è stata registrata nel corso di un incontro tra l’ex premier e l’ex magistrato, che faceva parte del collegio della Cassazione che ha condannato Berlusconi a 4 anni. Il giudice Franco ha definito la condanna di Berlusconi per frode fiscale «una porcheria» decisa «a priori». La registrazione fu effettuata nel 2013 da un componente dello staff di Silvio Berlusconi ed è poi stata allegata al dossier inviato a Strasburgo alla corte dei diritti dell’uomo. Il giudice Amedeo Franco è deceduto un anno fa.
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Le parole del giudice Franco, pubblicate un pò a sorpresa nelle ultime ore, hanno ridato forza alla tesi della persecuzione politica di Silvio Berlusconi: «Questa volta non sono io a dirlo. E l’estensore di quella stessa sentenza. Spero che questo convinca anche chi, in buona fede, ha creduto impossibile che in seno all’ordine giudiziario accadessero davvero cose di questo tipo. Fare chiarezza su fatti così gravi penso vada nell’interesse della credibilità della stessa magistratura: molti magistrati sono persone serie e perbene che non meritano di essere accomunate con quel gruppo di loro colleghi che si sono prestati ad operazioni politico-giudiziarie come quella condotta ai miei danni». II centrodestra, insorto ovviamente in difesa dei diritti dell’ormai ex leader, ha chiesto la sua nomina del Cavaliere a senatore a vita. Una sorta di “risarcimento politico” a fronte di una sentenza di condanna ancora valida. Su questo Berlusconi – almeno a parole . non ragiona in termini personali, ma in funzione della consapevolezza dell’elettorato: «Sono naturalmente onorato della proposta e grato a chi l’ha avanzata ma non sta certo a me dare valutazioni in merito. Vorrei però ribadire una cosa: io non chiedo rivalse o riparazioni personali, quelle le ho già ricevute dall’affetto e dalla stima di milioni di italiani. Ritengo invece che fare chiarezza sia davvero necessario non tanto nei miei confronti, ma verso gli elettori italiani. Per il resto, il mio impegno nelle istituzioni va avanti serenamente al Parlamento Europeo».
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