Nella sua relazione annuale, l’Anac ha additato l’emergenza coronavirus come la causa del pesante calo registrato negli appalti pubblici: persi 19 miliardi di lavori in quattro mesi a causa del lockdown.
L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha presentato oggi alla Camera la consueta relazione annuale, caratterizzata però dalle forti ripercussioni che l’epidemia e l’emergenza coronavirus hanno avuto sulle spese e sugli appalti. Come è possibile leggere nel documento, per ciò che riguarda la spesa legata alle misure anti Covid-19 al 30 aprile, “l’emergenza ha determinato, com’era prevedibile, un impatto molto rilevante sulla finanza pubblica. A questo dato, legato in parte alle naturali dinamiche del mercato connesse all’accaparramento di tali prodotti sullo scenario internazionale, non possono ritenersi estranei comportamenti speculativi e predatori da parte di soggetti variamente posizionati lungo la catena di fornitura, come già emerso da svariate indagini della magistratura”.
Come riportato nel fascicolo, “nel primo quadrimestre la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (Bdncp) detenuta dall’Anac ha registrato 61.637 procedure connesse all’emergenza sanitaria, per una spesa complessiva di 3 miliardi (3,04 mld per l’esattezza). La gran parte dell’importo, oltre 2 miliardi, è riferibile al periodo più critico dell’emergenza, ovvero quello compreso fra il 1° marzo e il 10 aprile”. In questo scenario, già soltanto i dispositivi di protezione individuale (e cioè mascherine e guanti) hanno ricoperto gran parte del budget, ovvero circa 7 euro su dieci.
Pesante, allora, la spesa necessaria ad affrontare la crisi sanitaria, con numeri elevatissimi che si accompagnano a un pericoloso “boom dei prezzi e calo della qualità delle forniture” oltre che a “comportamenti speculativi e predatori”, spiega ancora l’Anac nel documento.
Ma l’emergenza coronavirus non ha avuto un gravoso impatto soltanto sulla finanza pubblica. Anche nel contesto degli appalti pubblici non sono stati ottenuti risultati importanti, con un forte calo degli stessi registrato proprio durante il periodo di lockdown. E sebbene Francesco Merloni, presidente dell’Anac, abbia sottolineato che quando incluso nella relazione sia in realtà da contestualizzare a dati temporanei e non definitivi, è stato comunque ribadito come l’emergenza Covid abbia “cambiato completamente lo scenario” – soprattutto al positivo record di appalti pubblici, sia in valore che in quantità, rilevato nel 2019.
I dati della relazione annuale mostrano infatti che nel primo quadrimestre 2020 gli appalti sono scesi del 24% per numero e del 33% in valore, pari a 18,6 miliardi in meno. La Regione più colpita è risultata la Lombardia con un -63%, pari a una flessione di circa 10 miliardi). Altre Regioni nel primo quadrimestre 2020, invece, hanno fatto addirittura registrare dati positivi, come il Lazio (+14%, pari a 550 mln).
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L’Autorità segnala anche, però, che a causa dell’emergenza sanitaria 22mila procedure di gara, per un valore di 23 miliardi, non sono ancora state “perfezionate” (e cioè non sono stati pubblicati i relativi bandi o la lettera di invito). Ad ogni modo, dal momento che il tasso di perfezionamento delle procedure si aggira attorno al 90%, si auspica che i prossimi dati definitivi (sia a livello nazionale che locale) siano meno negativi di quanto appaiano al momento.
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