Alitalia, via al rilancio: c’è accordo sul personale e sul nuovo piano

Svolta Alitalia: si lavora al nuovo piano industriale con l’obiettivo rilancio. L’ennesimo tentativo di salvataggio prova a prendere il via

I soldi per il tentato rilancio di Alitalia sono stati trovati: tre miliardi di euro, arrivati dai contribuenti italiani. Ma al decollo della nuova Alitalia (la terza nuova Alitalia in dodici anni) manca solo un particolare: il piano industriale. Necessario per evitare che il salvataggio della compagnia sia un flop come i precedenti, costati allo stato 12 miliardi di euro. Una cifra con cui oggi si potrebbero comprare in Borsa Lufthansa, Air France, Iberia e British Airways messe assieme.

Il tandem Caio-Lazzerini – come sottolineato da Repubblica nell’approfondimento odierno – inizia l’avventura alla cloche del vettore con un compito che farebbe tremare i polsi a chiunque, ma con un piccolo surreale vantaggio: il Covid ha riportato all’anno zero tutto il settore. Facendo crollare il traffico (i voli commerciali sono il 60% in meno di un anno fa) ma costringendo tutte le grandi compagnie a ricorrere all’aiuto dello Stato e a pesanti ristrutturazioni per far quadrare i conti. Ecco perché un no della Ue all’intervento pubblico del governo Conte sembrerebbe scongiurato. Il problema del nuovo vertice è però altrettanto chiaro: Alitalia non riesce a sostenersi e brucia circa un milione al giorno. Ciò allarma il governo che è stato chiaro. “Serve progetto in forte discontinuità con il passato – avverte la ministra dei Trasporti Paola De Micheli – per evitare che i soldi stanziati per tenerla in volo facciano la fine delle precedenti, andando in fumo”.

Le nuove mosse per evitare l’ennesimo flop

Le linee guida delle strategie allo studio degli advisor sono semplici: l’aerolinea nazionalizzata avrà una flotta simile a quella attuale di un centinaio di aerei – un settimo di Lufthansa e un quinto di Air France – si sgraverà dei debiti lasciati in eredità alla bad company, terrà l’hub a Fiumicino e punterà sul lungo raggio dove ci sono i clienti più ricchi e si vendono biglietti più cari. L’agenda sul tavolo è in salita: bisognerà raggiungere un accordo con i sindacati sugli organici necessari per il rilancio; c’è da rinnovare la flotta, operazione molto costosa: sarà necessario scegliere un alleato internazionale dopo la rottura dell’accordo con Air France e riscoprire nuovi lidi. Sapendo che il candidato numero uno all’intesa, la Lufthansa, ha in questo momento ben altre gatte da pelare.

La ministra Paola De Micheli

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Ostacoli su cui sono andati a sbattere i commissari nominati in precedenza. Un quadretto non proprio semplice con, ciliegina sulla torta, l’incognita dell’andamento del mercato. Alitalia ha già bruciato un bel pezzo della dote (400 milioni di prestito statale) incassata a inizio anno per superare la pandemia. E il rischio – spiega Repubblica – è di arrivare al decollo della nuova gestione con le pile già un po’ scariche. La strada di Caio e Lazzerini, insomma, è piena di ostacoli. Così come fu piena di ostacoli la loro nomina, non condivisa da Pd e M5S all’interno del governo giallorosso.

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