Al gatto è stata riscontrata dai medici una malattia di tipo neurologico. Intanto, per isolare il virus è necessario che gli animali stiano in incubazione per almeno tre settimane. Il sindaco di Arezzo ha disposto il sequestro degli animali.
Arezzo piomba nella paura di una nuova epidemia, che questa volta potrebbe avere origine da un gatto e da un pipistrello. L’episodio riguarda una micia femmina di due anni, che abita con una famiglia nella periferia della città toscana. Questo animale domestico avrebbe contratto un virus, il lyssavirus, che fa parte dello stesso ceppo che provoca la rabbia. Il timore più grande è che questo genere di virus possa trasmettersi attraverso altri animali. Per poi, come conseguenza naturale, arrivare agli umani e far scoppiare una nuova epidemia.
Ovviamente le autorità locali e nazionali, sia sul piano amministrativo che su quello sanitario, sono molto attente a quanto sta accadendo ad Arezzo. Si svolgono all’ordine del giorno riunioni tra ministero alla Salute, Istituto superiore alla sanità, Regione Toscana e azienda sanitaria Sud-Est. Nel frattempo il sindaco aretino Alessandro Ghinelli si sta muovendo per assicurare la massima sicurezza agli abitanti della città, che siano essi umani o animali. In primis è arrivata l’ordinanza che obbliga i possessori di animali a portarli in giro al guinzaglio.
Il secondo provvedimento del primo cittadino di Arezzo riguarda la famiglia presso cui abita la gattina che ha contratto il virus. Ghinelli ha infatti deciso di far sequestrare gli altri animali in possesso della famiglia, e poi di accalappiare tutti i cani vaganti. Massimo Baroni, veterinario della clinica Valdinievole, ha svelato che la gattina è stata sedata. “Poi è stata fatta una visita e una risonanza magnetica, sospettando una malattia neurologica”. L’animale è morto nell’ambulatorio e una parte del suo cervello verrà controllato per ulteriori analisi.
Più in generale, si tratta di una malattia talmente rara, da non poter non mettere paura a tutta la comunità di Arezzo. Dopo che il lyssavirus è stato isolato nel Caucaso, infartti, negli ultimi 18 anni si è registrato solo un caso di contagio di questo genoma. Il timore, ovviamente, è quello che il virus possa essere trasferito ad altri animali oppure all’uomo. Un po’ come avveniva per la rabbia, che appartiene allo stesso ceppo da cui proviene il tanto temuto lyssavirus che sta paralizzando tutta Arezzo.
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La Asl sta cercando di capire quale possa essere l’origine di tutto. E ci si sta concentrando su una colonia di pipistrelli che vive in un albero di noce situato proprio sotto all’abitazione dove risiedeva la gattina morta. Si valuta l’eventualità che uno di questi pipistrelli possa aver morso la gattina, magari come difesa in seguito a un’aggressione. In ogni caso si è ritenuto necessario l’intervento degli esperti dell’Istituto zooprofilattico che faranno dei prelievi ai mammiferi. I pipistrelli non possono essere abbattuti per legge. Intanto per 13 persone, cioè 3 membri della famiglia proprietaria della gattina, il veterinario di Arezzo e 9 addetti della clinica Valdinievole, è scattata la profilassi.