Mafia: ucciso ex collaboratore di giustizia

L’uomo era stato per molto tempo affiliato al clan Carbonaro Dominate, successivamente aveva fatto marcia indietro collaborando con la giustizia.

Si chiama Orazio Sciortino, 51 anni, l’ex collaboratore di giustizia ucciso nel ragusano con diversi colpi di arma da fuoco. Il corpo dell’uomo è stato ritrovato tra Vittoria e Santa Croce Camerina, in un terreno di sua proprietà. A notare il cadavere è stato un passante che ha subito avvertito la polizia del luogo. Sarebbe un regolamento di conti, la pista che al momento stanno seguendo gli investigatori del commissariato di Vittoria e della Squadra Mobile di Ragusa, coordinati dal pm Gaetano Scollo. Le liti potrebbero riguardare la manovalanza locale per la
spartizione di qualche ‘bottino’ relativo a furti o rapine.
Orazio Sciortino, personaggio sempre borderline, aveva già dei precedenti. Era stato arrestato dai carabinieri quattro mesi fa insieme a Giovanni Iudice, 54 anni, ed Emanuele Garofalo, di 39 anni per alcuni furti avvenuti nelle campagne del ragusano. Gli investigatori sembrano escludere l’attentato da parte della mafia, nonostante l’uomo, una volta uscito dal clan mafioso aveva deciso di consegnatosi alla giustizia, contribuendo a fare luce sulla strage di San Basilio di Vittoria, che causò 5 vittime il 2 gennaio 1999. Le indagini, ancora in corso, sono condotte dal commissariato di Vittoria e dalla squadra mobile di Ragusa.

La strage di San Basilio di Vittoria

Era il 2 gennaio 1999 quando all’interno del distributore Esso sulla S.S Vittoria-Comiso, un commando mafioso uccise cinque persone. Nel mirino c’era Angelo Mirabella, affiliato al clan della “Stidda“, di Vittoria, Rosario Nobile e Claudio Motta, del clan Dominante. Quel pomeriggio ad essere uccisi con diversi colpi di arma da fuoco furono loro tre più altri due ragazzi tifosi del Vittoria Calcio: Rosario Salerno di 28 anni e Salvatore Ottone di anni 27. Il barista sul posto riuscì invece a mettersi in salvo nascondendosi dietro al bancone. A ricostruire la vicenda e a rendere giustizia a quel giorno ci fu anche Orazio Sciortino di cui oggi si indaga sulla morte e sui possibili clan rivali.

Agnese Peccianti

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