Il magistrato, relatore in Cassazione è stato intercettato in un colloquio privato con il Cavaliere riguardo la sentenza su frode fiscale e diritti tv. Tajani: «Un colpo di Stato giudiziario». Salvini: ora la riforma della giustizia. Renzi: fare chiarezza
Il processo si è concluso nel 2013 in Cassazione con la condanna del Cavaliere per frode fiscale ma un’intercettazione ambientale – anticipata dal Riformista e trasmessa nella trasmissione tv Quarta Repubblica – ha riacceso la polemica sull’intricata vicenda dei diritti tv Mediaset. «Berlusconi deve essere condannato a priori perché è un mascalzone», «ha subito una grave ingiustizia». Proprio uno di quei giudici chiamati a decidere, Amedeo Franco, avrebbe definito quella sentenza «una porcheria» che era stata «guidata dall’alto». I legali di Berlusconi hanno inviato il file audio alla Corte europea di Strasburgo insieme ad una recente sentenza del tribunale di Milano che fornirebbe un’opposta ricostruzione del caso.
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Le dichiarazioni di Franco sarebbero state registrate nel 2013, dopo la sentenza di agosto, in un colloquio privato con Silvio Berlusconi e altri testimoni che registrarono tutto. Il giudice, ormai deceduto, in quell’occasione sostenne che inizialmente non aveva voluto firmare le motivazioni della condanna e che quella non era nemmeno la sezione giusta per il processo («che senso ha mandarla alla sezione feriale? Una questione così delicata…»). Lo stesso Silvio Berlusconi aveva reso nota l’esistenza dell’intercettazione, lo scorso anno, ospite a Porta Porta. Il Giornale, ha svelato ora quel file audio inviato dai legali del Cavaliere alla Corte europea di Strasburgo dove Berlusconi aveva fatto ricorso contro la sua incandidabilità (nel 2018 però, i giudici avevano chiuso il caso senza sentenza).
Berlusconi venne condannato in via definitiva per frode fiscale nel 2013. Secondo i giudici, Mediaset aveva gonfiato i prezzi dei film americani che venivano trasmessi sulle sue reti mediante un meccanismo che «produceva effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende» dell’orbita berlusconiana. Lo schema si basava su una sorta di un «socio occulto», il mediatore Farouk «Frank» Agrama. Dopo quella condanna, il Cavaliere venne dichiarato decaduto dal Senato nel novembre del 2013. A marzo del 2014 fu interdetto dai pubblici uffici per due anni.
Secondo i legali di Silvio Berlusconi la condanna del 2013, sarebbe stata messa in discussione da una recente sentenza del Tribunale di Milano. Il giudice Damiano Spera – rigettando la richiesta di danni di Reti Televisive Italiane (il polo tv di Berlusconi) – ha scritto che la mediazione di Agrama non era fittizia e i contratti erano effettivi. Questa sarebbe la sentenza, secondo i legali del Cavaliere, che ribalterebbe quella del 2013 e sarebbe stata inviata a Strasburgo insieme all’audio di Franco.
Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, ha così commentato: «Ma chi è che dall’alto ha deciso che la Cassazione doveva condannare Berlusconi? Chi era il regista del complotto che ha cambiato la storia della politica italiana degli ultimi anni? Un vero colpo di Stato giudiziario». «Un golpe giudiziario non solo contro Berlusconi ma contro la democrazia del nostro Paese» ha aggiunto Tajani in una conferenza stampa a Palazzo Madama in cui è stata anticipata la richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta. Mentre la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli ha parlato di «sentenza truccata, alterata al punto da cambiare il corso della storia politica italiana»
«Disgusto, rispetto anche ai magistrati perbene» il commento del leader della Lega Matteo Salvini, durante la trasmissione Quarta Repubblica di Nicola Porro. «Proveremo a fare una riforma della giustizia – aggiunge Salvini – una riforma non contro ma con i magistrati». «È l’ennesima prova che in Italia esiste un pezzo di magistratura che fa politica e attacca avversari politici, invece di cercare la giustizia e dare risposte ai cittadini» il commento di Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia.
Anche dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi, fa richiesta di chiarezza: «Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere – legata a un ex Presidente del Consiglio – non può far finta di nulla. Per me Berlusconi è un avversario politico. Ma, proprio per questo, è doveroso fare chiarezza su ciò che esce dagli audio».
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