È un virus simile a quello dell’influenza H1N1 quello che causò la pandemia del 2009, la «suina». Secondo gli studi avrebbe già fatto il salto di specie. È stato trovato nei maiali e negli allevatori anche se per ora non riesce a trasmettersi da uomo a uomo
Sarebbe stato scoperto in Cina un virus simile a quello dell’influenza H1N1 che causò la pandemia del 2009 cosiddetta “suina”.
Sorveglianza Oms
La scoperta rientra in un vasto programma di sorveglianza raccomandato da anni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per bloccare precocemente il rischio di nuove pandemie o per preparare in tempo le contromisure, dai piani pandemici al vaccino. Descritto sulla rivista dell’Accademia delle Science degli Stati Uniti, il virus è stato individuato dal gruppo coordinato da George Gao e Jinhua Liu, rispettivamente delle Università agrarie di Pechino e Shandong, con la partecipazione dei Centri cinesi per il controllo delle malattie (Cdc China). Il virus, avrebbe le caratteristiche potenziali per diventare pandemico: è stato rintracciato nei maiali ma anche nel 10% di un campione di circa 300 persone impiegate negli allevamenti. Il virus può dunque aggredire l’uomo ma per ora non ha fatto il passo ulteriore, ovvero non possiede ancora la capacità di trasmettersi da uomo a uomo. Il nuovo virus identificato è una ricombinazione della variante H1N1 del 2009.
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Minaccia imminente?
Gli esperti hanno affermato che non esiste al momento una minaccia imminente. Il virus è nei maiali da 5 anni e non vi sono prove che circoli nell’uomo. L’ultima influenza pandemica – la «suina» del 2009 – è stata meno letale di quanto inizialmente si era previsto. Soprattutto perché molte persone anziane avevano una forma di immunità al virus, probabilmente a causa della sua somiglianza con altri patogeni influenzali circolati in precedenza. Quel virus, chiamato A/H1N1pdm09, è fra quelli presenti ancora oggi nel vaccino antinfluenzale annuale. Anche se gli attuali vaccini antinfluenzali non sembrano proteggere contro questo nuovo virus chiamato G4 EA H1N1 ma possono essere adattati per farlo, se necessario.
Sorvegliare e monitorare
Secondo quanto dichiarato dall’esperto di Malattie infettive, Giorgio Palù dell’Università di Padova, in un’intervista Ansa: «La ricerca è un lavoro atteso e importante, un monitoraggio importantissimo per allestire con grande anticipo un vaccino nel caso in cui virus si espandesse». Un invito ad essere accorti e a sorvegliare, sempre. Anche secondo l’epidemiologa Stefania Salmaso, che nel 2009 ha seguito la pandemia di influenza a capo del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss): «Non è una notizia che crea preoccupazione – ha dichiarato all’Ansa –, ma riporta al discorso delle minacce salute umana dal mondo animali e che ci riporta all’importanza di avere un aggiornamento dei piani pandemici». Nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva sollecitato una revisione dei piani pandemici, ma quella richiesta non ha avuto seguito, nemmeno in Italia dove gli ultimi risalgono a oltre 10 anni fa.