Continua a dilagare la protesta contro i messaggi d’odio: ad oggi anche Microsoft si unisce alle altre aziende che hanno scelto di ritirare la pubblicità dalle piattaforme social di Facebook e Instagram. La casa di Redmond vuole evitare che il suo nome finisca associato a contenuti ritenuti inappropriati.
Secondo quanto si apprende, il colosso americano Microsoft avrebbe sospeso la pubblicazione di inserzioni pubblicitarie su Facebook e Instagram, sia negli Stati Uniti che nel altri Paesi del mondo. Una decisione, questa, attuata per il timore che i suoi spot possano comparire accanto a contenuti inappropriati, e che si allinea alla campagna #StopHateForProfit.
Il movimento in questione era stato già portato all’attenzione dei media all’inizio di giugno da diverse organizzazioni per i diritti civili (tra quest l’Anti-Defamation League e la NAACP), che si stanno battendo per spingere le aziende a sospendere le pubblicità e per far cambiare ai social in questione le proprie policy sull’hate speech.
Una decisione temporanea, ma dalle forti ripercussioni economiche
A riportare la notizia sono stati i media internazionali, tra cui Bloomberg e Axios. Entrambi i siti hanno citato una fonte interna all’azienda informata sui fatti – in particolare, Axios ha parlato di una conversazione avvenuta tra i membri dell’azienda e per la quale il responsabile marketing Chris Capossela avrebbe annunciato la messa in pausa degli spot in America già dal mese di maggio, per poi estendere la misura a livello globale.
Sempre secondo quanto sorto dalle indiscrezioni, però, l’azienda di Redmond non starebbe prendendo direttamente parte all’iniziativa #StopHateForProfit, quanto piuttosto vuole evitare che le pubblicità dei suoi prodotti vengano associate a contenuti ritenuti non in linea. Nelle rivelazioni, però, si parla anche di una temporanea interruzione di collaborazione tra Microsoft e i social media: Capossela, infatti, avrebbe riferito di aver parlato personalmente con i vertici di Facebook e di Instagram, giungendo all’accordo di riprendere le attività una volta risolte le problematiche attuali.
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Brutto colpo quindi per Menlo Park, già impegnata a gestire il boicottaggio in corso nelle ultime settimane a seguito della protesta in continua espansione. Del resto, la perdita economica non è certamente indifferente per il team di Zuckerberg. Basti pensare, infatti, che la compagnia di Redmond l’anno scorso aveva speso ben 116 milioni di dollari in pubblicità su Facebook, risultando il terzo inserzionista sulla piattaforma per risorse investite.
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Ora però la big M si unisce alla schiera di aziende che hanno interrotto le inserzioni su Facebook, così da spingere il social network a fare di più per fermare il linguaggio d’odio sulla piattaforma. Insieme a Microsoft, dunque, hanno già aderito Coca-Cola, Starbucks, Unilever e Ford.