Non ci sono risorse sufficienti né per la riforma fiscale né, soprattutto, per il rilancio degli investimenti. Nelle prossime settimane si vota un nuovo scostamento per finanziare ulteriori misure anti-crisi, sotto forma di sussidi.
Grossi problemi per questa ripartenza, soprattutto a livello economico. I posti di lavoro scarseggiano e le misure da adottare potrebbero non bastare. Sarebbe importante pensare tanto ai 37 miliardi del Mes quanto al Recovery Fund da 172 miliardi per intervenire sul capitolo delle opere pubbliche. Il ministro Di Maio non ha fatto riferimento a questi soldi e neanche il presidente Giuseppe Conte, per evitare ulteriori discussioni all’interno del M5S. Le risorse però scarseggiano. Non ci sono i fondi per l’ambiziosa riforma fiscale ma neanche per gli investimenti alle imprese. I due scostamenti di bilancio votati dal Parlamento hanno portato a 75 miliardi di extra-deficit e, in buona parte, sono stati impiegati in sussidi: cassa integrazione causa-Covid, reddito di emergenza e bonus fiscali per le imprese maggiormente colpite. 1 miliardo di euro secondo il Decreto Rilancio sarà poi destinato alle infrastrutture. Nelle prossime ore dovrebbe arrivare un’ulteriore misura per finanziare le misure anticrisi come i finanziamenti ai settori più colpiti e il prolungamento della cassa integrazione.
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I nuovi finanziamenti e lo scontro Pd – Cinque Stelle
La scadenza del dl Rilancio per il 18 luglio si avvicina ma tutto sembra bloccato in commissione Bilancio. In più c’è un altro terreno di scontro: il Mes. Con i 37 miliardi che prevedono un unica condizione di assegnazione il governo potrebbe sbloccare alcune ingenti spese riguardi il settore della sanità, dedicando importanti fondi anche alle infrastrutture. Ieri Enrico Rossi, presidente della regione Toscana ha provato da incalzare la maggioranza sull’utilizzo del Mes scontrandosi duramente con i Cinque stelle. Conte invece, si preoccupa della questione del Recovery Fund. 172 Sono i miliardi di euro del piano destinati a dare impulso alle infrastrutture nella Ue. Di 155 miliardi per finanziare il dl Rilancio, 55 sarebbero i miliardi di nuovo deficit votati dal Parlamento che si aggiungono ai 20 miliardi già approvati a marzo. Inoltre, 25,6 erano i miliardi di euro destinati al decreto del lavoro. Ancora, 2 miliardi andrebbero al Fondo di integrazione salariale e 4,1 miliardi di euro sarebbero destinati agli sconti fiscali. Altri 1,6 miliardi sarebbero destinati alla Protezione civile e al capitolo sicurezza. Il lavoro da fare è ancora tanto e le questioni economiche sono ancora per lo più irrisolte. I nuovi finanziamenti dovranno partire a breve se davvero si vuole una ripresa, altrimenti il rischio sarà quello di cadere in un baratro difficilissimo da superare. In più, nel Paese ci sono circa 200 miliardi di grandi opere bloccate dalla burocrazia, ma anche su questo argomento il blocco persiste.