Pier Carlo Padoan: gli strumenti per uscire dalla crisi e l’approvazione del Mes

“Mettere in moto un processo per uscire dalla recessione”, così l’ex ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, risponde attraverso un’intervista sui problemi riguardanti l’economia italiana ad oggi. Importante anche una immediata riforma fiscale generale.

Si apre un nuovo semestre europeo di presidenza tedesca eppure nonostante le parole di Angela Merkel rilasciate a “La Stampa” venerdì, sull’importanza per i Paesi dell’Unione di attingere agli strumenti messi in campo per uscire dalla crisi economica, non ci sono ancora certezze. “Dovrebbero essere ovvie per noi e benvenute da parte di questo governo, che sul Mes deve dare un giudizio», sottolinea l’ex ministro dell’Economia dei governi Renzi e Gentiloni, Pier Carlo Padoan. Invece tutto sembra ancora da decidere e Conte sottolinea che a deliberare dovrà essere il Parlamento. Ci si chiede però cosa ne pensi il governo a questo punto.

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Nuove opportunità e una riforma fiscale studiata

Si ragiona quindi su come sarà il processo di uscita dalla crisi, a quali aiuti sarà importante attingere e quali saranno le misure prioritarie. Innanzitutto, sottolinea l’ex ministro “c’è una questione di entità, di costo e di tempi di erogazione delle risorse. Il Mes aiuterebbe a fare subito investimenti nel settore sanitario, fondamentali per costruire un sistema di prevenzione adatto, nella malaugurata ipotesi di una seconda ondata di contagi”. Questo strumento è utile al paese ma viene utilizzato, secondo il ministro, come ago della bilancia per farsi la guerra all’interno della maggioranza. Non è giusto.

Oltretutto, due linee principali da seguire erano già state stilate prima del Covid: un’economia “green” e una primaria rivoluzione digitale. Per cui, la necessità è quella di “stabilire un legame più stretto tra il Recovery fund e queste due direttrici”. Sul taglio dell’iva temporaneo invece, l’ex ministro si dice contrario. Se i cittadini sanno che non è una misura fissa, che dura per sempre, non spendono, quindi è inutile. In ogni caso afferma, «Io sono sempre stato a favore del taglio del cuneo fiscale. Al momento attuale, si dovrebbe fare soprattutto a beneficio dei lavoratori. E magari, in modo selettivo, aiutare le imprese più colpite dal Covid, come quelle legate al mondo del turismo”. La soluzione sarebbe però più ampia: si tratterebbe di una riforma fiscale generale. Innanzitutto semplificare il numero delle aliquote per far arrivare i benefici ai redditi più bassi. Si dovrà partire quindi da una riforma dell’Irpef, ancora poco trasparente e antiquata nelle sue manovre.

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