Prorogato per la regione Lombardia l’obbligo della mascherina. La decisione ufficiale del governatore Attilio Fontana.
Saranno obbligatorie per almeno altri 15 giorni. È la decisione ufficiale del governatore Attilio Fontana riguardo la proroga della misura per il contenimento del COVID-19. I Lombardi continueranno quindi a coprirsi naso e bocca quando si troveranno fuori casa, per evitare la diffusione di “goccioline” portatrici del virus. «Credo che continueremo ancora per 15 giorni – ha dichiarato il governatore – abbiamo parlato a lungo con tanti esperti e riteniamo che per una questione di precauzione sia giusto proseguire in questa direzione, visto che i numeri stanno andando bene».
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L’inizio dell’obbligo all’utilizzo delle mascherine risale al 5 aprile, sarebbe dovuto durare una sola settimana, poi è stato via via prorogato. In mancanza della mascherina, si può comunque optare per un foulard. Fontana ha deciso di prorogare la misura almeno fino alla metà di luglio, lo ha fatto dopo essersi consultato con gli esperti della task force regionale. Tra loro vi è Vittorio Demicheli, epidemiologo, che nei giorni scorsi al Corriere della sera, aveva espresso la sua opinione: «Le mascherine? Credo sia necessario mantenerle ancora per un po’, soprattutto nei locali chiusi».
Parlando della semplificazione per la ripresa, Fontana ha quindi precisato: “Se avessimo avuto più autonomia durante l’emergenza sanitaria avremmo avuto più medici, infermieri e personale e probabilmente avremmo potuto dare una risposta migliore rispetto a quella che abbiamo dato e organizzarci più tempestivamente. Dovremmo essere messi nelle condizioni di poter decidere più in fretta, velocemente, con più determinazione e con scelte più compatibili con il nostro territorio.
«Per uscire dalla crisi non possiamo e vogliamo essere sommersi dai tempi che burocrazia ci impone, dobbiamo avere il coraggio di andare oltre queste regole che ci stanno strozzando», ha affermato Fontana. «La Regione – ha poi proseguito – deve farsi interprete di questa volontà che emerge da tutte le classi produttive, dobbiamo avere coraggio intervenire fino ai limiti consentiti dalla legge e dimostrare che ci sono altre strade percorribili anche a livello nazionale».
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