Dopo tre giorni di ricerche, è stato finalmente recuperato il corpo di Daniele Catorci, l’alpinista caduto in un crepaccio sotto la parete nord del Gran Paradiso alle prime ore di sabato 27 giugno.
Tragedia sul Gran Paradiso (in Valle d’Aosta), quella verificatasi alle prime ore di sabato 27 giugno, a circa 3.400 metri di quota. Daniele Catorci, alpinista di 27 anni originario di Macerata, è caduto accidentalmente caduto in un crepaccio sotto la parete nord del massiccio, con un volo di oltre 30 metri. Secondo quanto si apprende, oggi è stato finalmente recuperato il suo corpo, rimasto coperto da uno spesso strato di ghiaccio e neve, materiale che costituiva il ponte di neve che ha ceduto al peso degli alpinisti.
L’intervento è stato condotto dai tecnici del Soccorso alpino valdostano e della Guardia di finanza di Entreves, e la salma è stata stata portata a Courmayeur per le procedure di identificazione. Sull’incidente mortale è stato aperto un fascicolo.
Ci sono voluti tre giorni di ricerche prima di poter finalmente raggiungere il corpo senza vita del giovane Daniele Catorci. Sabato all’alba, il ragazzo si era fermato insieme al compagno di cordata (di 28 anni e originario di Macerata) per una piccola sosta, così da potersi preparare ad affrontare la parte più impervia del percorso d’escursione. Nessuno dei due ragazzi, però, sapeva di essersi fermato sopra un ponte di neve, che ha ceduto al peso del loro passaggio.
Una voragine li ha inghiottiti, un crepaccio di oltre 30 metri. Daniele vi è precipitato, mentre il compagno si è bruciato le mani, con la corda che li legava l’uno all’altro, nel tentativo di trattenerlo e di salvargli la vita. Una tragica fatalità, questa, che non ha lasciato scampo a Catorci.
Alla segnalazione dell’accaduto, sono partite immediatamente le ricerche e le manovre di soccorso. Ma sabato, in tarda mattinata, era arrivato il primo stop: troppo pericoloso procedere per recuperare Daniele, date le alte temperature e il conseguente rischio crolli nella neve. All’alba di domenica, intorno alle ore 5:30, le ricerche erano però ripartite, per proseguire fino alle ore 16:30. I soccorritori hanno provveduto a mettere in sicurezza l’area di intervento, attraverso la tecnica del pallone, una sorta di airbag. Ma data l’estrema complessità delle operazioni, il corpo di Daniele ha dovuto attendere ancora, prima di poter trovare riposo.
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Nel pomeriggio di oggi, però, i tecnici del Sav (Soccorso alpino valdostano) e del Sagf (Soccorso alpino Guardia di Finanza), sono riusciti finalmente a recuperare la salma. Un atto dovuto, questo, “per la famiglia di Daniele” – ha spiegato Paolo Comune, direttore del Sav. E si susseguono, nel frattempo, i commenti di cordoglio di alpinisti e amici, che sul profilo Facebook del ragazzo gli lasciano gli ultimi messaggi di addio.
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