Tragedia di Margno, in Valsassina. I carabinieri hanno trovato due telefonini, probabilmente appartenenti ai due gemellini di 12 anni uccisi dal padre, il 45enne Mario Bressi. Quest’ultimo si è poi tolto la vita. Domani le autopsie sui corpi
Il dramma di Margno si arricchisce di un ulteriore elemento. I carabinieri di Lecco hanno trovato due telefonini, ricercati nelle ultime ore, probabilmente appartenenti ai due gemellini di 12 anni uccisi dal padre, il 45enne Mario Bressi, nella loro casa di villeggiatura. I due apparecchi potrebbero aiutare gli inquirenti a far luce sulla tragedia famigliare che ha sconvolto l’esistenza della mamma dei due bambini, trovatasi improvvisamente da sola a fronteggiare il più grave dei lutti per un genitore. Non è stato ritrovato, però, l’apparecchio più importante: il telefonino di Bressi, che dopo aver ucciso i suoi due figli nella notte tra venerdì e sabato scorsi si è suicidato lanciandosi da un ponte.
Un primo nuovo elemento, tuttavia, è a disposizione degli inquirenti. Mentre dal proprio apparecchio, sparito nel nulla, il 45enne ha pubblicato alcune foto sui social che lo ritraevano assieme ai figli, probabilmente dopo che li aveva già uccisi. Infine, sempre dal proprio telefonino aveva mandato una serie di messaggi Whatsapp alla moglie e madre dei bimbi, da cui si stava separando. Alla donna il 45enne imputava di aver rovinato la loro famiglia e le dava le colpe di quanto accaduto. Su questo punto battono le indagini. Gli inquirenti stanno cercando di capire essenzialmente se il padre abbia in qualche modo premeditato il terribile duplice delitto e il successivo suicidio. La sua vettura, ritrovata subito dopo esserci lanciato dal ponte, era in condizioni ottimali. Pulita all’interno e con quasi il pieno di carburante.
L’avvocato della donna: “Accuse illogiche, si fidava di lui”
I telefonini dei bimbi sono stati trovati in una campana per la raccolta del vetro nella piazza della funivia di Margno, a poca distanza dalla casa di villeggiatura della famiglia Bressi. Quest’ultima dal 2003 abitava invece a Gessate, nell’hinterland di Milano. I carabinieri, che hanno già sequestrato il pc dell’uomo, di professione impiegato, continuano a cercare il suo telefonino, che potrebbe trovarsi nei pressi del luogo in cui è stato trovato il suo cadavere, ai piedi di un ponte.
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Intanto, il legale della donna e mamma dei due gemellini uccisi, è intervenuto sulle accuse mosse da Bressi nei whatsapp inviati nella notte. Accuse chiaramente giudicate prive di nesso logico, anche perché, come spiegato dall’avvocato che assiste la donna nella causa di separazione, non sembrava esserci alcuna criticità nei rapporti tra i due. “Non aveva intenzione di togliere i figli al padre. Anzi, si fidava di lui”, come ha ripetuto agli inquirenti che stanno provando a capire cosa sia accaduto. Domani è un giorno cruciale: saranno effettuate le autopsie sulle salme del padre e dei gemellini. Queste circostanze serviranno a capire orari e cause della morte. Ma soprattutto si verrà a sapere se i bimbi sono stati sedati prima di essere uccisi.