Ue, la Germania assumerà la presidenza di turno: cosa accadrà?

Da luglio la Germania assumerà la presidenza di turno dell’Ue. Cosa comporterà all’interno dell’attuale scenario politico ed economico europeo?

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(Foto di Sean Gallup, da Getty Images)

A luglio l’Ue dovrà affrontare il cambiamento della presidenza di turno dell’Unione europea, e a quel punto toccherà alla Germania. Il Paese assumerà la presidenza di turno dell’Ue per la tredicesima volta dal 1958, in un momento delicato, che richiederà la collaborazione coordinata di tutti i Paesi membri per uscire dall’emergenza innanzitutto sanitaria e poi economica. La politica della Germania assumerà quindi un ruolo di punta nella leadership dell’Ue dopo un periodo di attività a latere. Ma qual è il ruolo del presidente di turno dell’Ue? Generalmente, è un ruolo più formale che effettivo. La vera carica risiede nel presidente permanente, oggi Charles Michel, che appunto presiede il Consiglio europeo (l’insieme di capi di Stato e di Governo dei Paesi membri). Come fa notare il Sole 24 Ore il ruolo del presidente di turno è generalmente quello di un notaio. Tuttavia, questo specifico Paese (la Germania) e questo specifico storico (la Fase 2 e 3 post-Covid) potrebbero indurre a un cambio di equilibri. Risulterebbe quindi inevitabile l’influenza della Germania all’interno delle riunioni ministeriali.

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La Germania cambia strategia

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A sottolineare il cambio di passo della Germania, le parole di Vincenzo Grassi che, nel momento della presidenza tedesca, era rappresentante permanente aggiunto dell’Italia, nel 2007: “A parte Angela Merkel, già cancelliera allora, siamo in tutto un altro mondo. La crisi finanziaria non era ancora scoppiata, Brexit non era un pericolo che si profilava all’orizzonte, non c’era naturalmente mente la pandemia influenzale e neppure Donald Trump alla Casa Bianca, la Cina c’era già ma non così forte come oggi”. A quel tempo, sottolinea Grassi, lo scenario politico interno all’Ue era molto diverso: l’obiettivo primario dell’Unione non era la sua sopravvivenza. Per questo il ruolo della Germania all’interno di quello scenario fu molto diverso rispetto a quello che, molto probabilmente, assumerà a luglio. “Allora nessuno metteva in discussione l’Unione“. Oggi, invece, la Germania potrebbe puntare per la prima volta ala presidenza dell’Unione proprio per avere “una leadership strategica“.

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Un momento delicato: le sfide dell’Ue in politica estera

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(Foto di Jesco Denzel, da Getty Images)

Così, di fronte alla crisi legata al coronavirus, agli Usa come alleati tentennanti, di fronte anche alle recenti ferite (come la crisi finanziaria del 2008), la Germania prende consapevolezza del pericolo di sgretolamento dell’Ue e del bisogno di difendere l’Unione e il suo mercato unico. Lo dimostra l’asse Germania-Francia per la creazione di una mutualizzazione dei debiti, il piano di rilancio presentato dai due Paesi. L’idea è di consentire a Bruxelles di raccogliere fondi sui mercati finanziari. Una svolta politica, se si pensa alla storia della Germania, da sempre ostile ai progetti che prevedevano una condivisione dei rischi. Cambia anche il rapporto con la Cina, come evidenziato da Danuta Hübner, eurodeputata popolare: “La Germania è pronta ad essere più combattiva. Lo vedo per esempio con la Cina. Per anni, ha frenato all’idea di affrontare Pechino a viso aperto. Oggi è pronta a parlare chiaro nei confronti della dirigenza cinese”. Un confronto faccia a faccia riguarderà anche il ruolo di Ue e Usa all’interno dei mercati finanziari. Secondo Klaus Regling, direttore generale del Meccanismo europeo di Stabilità, ci sarebbe stato un “cambiamento significativo nell’atteggiamento dei mercati”. L’evoluzione riguarda un maggiore scetticismo nei confronti degli Stati Uniti, percepiti come instabili dai mercati, a vantaggio dell’Ue.

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Crisi interna all’Ue: la leadership tedesca sarà di aiuto o di intralcio?

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(Foto di Guido Bergman, da Getty Images)

Infine, una questione di politica interna dell’Ue: da un lato tutta l’Unione dovrà fronteggiare, prima o poi, la deriva autoritaria dei Paesi dell’Est Europa; dall’altro lato la Germania dovrà riuscire a guidare senza imporre, a incentivare un coordinamento piuttosto che una dura leadership autoritaria. Per quanto riguarda il primo punto, sui Paesi dell’Est Hübner ha affermato: “Tradizionalmente la Germania è sempre stata cauta nell’affrontare i Paesi dell’Est, e in particolare la Polonia, naturalmente per via della Storia in comune. A rischio oggi è la nostra comunità di diritto. Spero che il Parlamento europeo aiuterà la Germania a essere intransigente”. Per quanto riguarda il secondo punto, fondamentale sarà la Conferenza sul futuro dell’Europa, in autunno. Sul campo, l’ipotesi di modifica dei Trattati. All’interno di questo equilibrio precario, quindi, la Germania avrà un ruolo fondamentale. La presidenza europea, tra l’altro, arriverà proprio in un momento in cui la Germania appare largamente rappresentata nei vertici Ue (si pensi al presidente della Banca europea degli investimenti o al già citato tedesco presidente del Meccanismo europeo di Stabilità). Starà alla Germania, dunque, gestire questa congiunzione di situazioni storiche e istituzionali, magari cavalcando il nuovo cambio di rotta.

 

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