La società creata da Mark Zuckerberg è sempre più in crisi nei rapporti con alcune aziende partner. Da Coca-Cola a Unilever, da Honda a Verizon: Facebook sta vedendo saltare accordi economici per oltre 7 miliardi.
Continua quella che potremmo definire una vera e propria rivolta degli inserzionisti di Facebook. La società creata da Mark Zuckerberg, che ormai va ben oltre il mero social network creato quasi venti anni fa, sta subendo una serie di sforbiciate sul piano degli accordi commerciali. Il motivo è ben noto e riguarda la gestione di alcuni contenuti pubblicati (o in alcuni casi censurati) nelle scorse settimane. Alcuni post collegati ad alcune forme di razzismo o odio di genere, oltre a quella che è stata definita una pericolosa disinformazione politica, non sono andati giù a diversi partner commerciali di Facebook.
E così, uno dopo l’altro, sono arrivati gli annunci di disimpegno da parte degli inserzionisti, in particolare da un novero a dir poco esclusivo. Non mancano, infatti, le grandi marche che hanno deciso di non legare il proprio nome a quello di Facebook, almeno dal punto di vista commerciale e di immagine. Da Unilever a Honda, da Verizon a Levi Strauss, passando per l’ultimo in ordine cronologico ma forse più rumoroso in termini di brand, come Coca-Cola. Sono in totale circa un centinaio i marchi, che operano negli Stati Uniti o in tutto il mondo, che hanno preso le distanze da Mark Zuckerberg.
Tutto è cominciato con una serie di opere di boicottaggio, avviate da alcune associazioni che lottano per i diritti civili. Dopo l’esplosione delle manifestazioni in tutti gli Stati Uniti, a partire da quelle per l’omicidio di George Floyd, la situazione si è fatta ancor più calda. Ed è stato in quel momento che tutte queste aziende hanno deciso di prendere il coltello dalla parte del manico e iniziare a tagliare. E in questo caso i tagli sono stati molto profondi per le casse di Facebook. Si stima infatti che lo stop di tutti questi accordi commerciali costerà alla società oltre 7 miliardi di dollari.
Ma la crisi di Facebook non si ferma solo allo stop indetto dalle società che hanno delle inserzioni tra le pagine del social network. Anche se a dire il vero si tratta di una “pausa” in quelli che vengono definiti “ads”, per l’appunto le inserzioni. Anche le ultime sedute in Borsa sono state preoccupanti per Mark Zuckerberg e i suoi soci, che hanno visto evaporare 56 miliardi di market cap dopo un calo di 8 punti percentuali del titolo. Andando più nello specifico, uno dei danni più ingenti alla società lo ha inflitto Unilever, che ha fatto dire addio a quasi un miliardo e mezzo investito tra Facebook e Twitter.
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Verizon ha invece previsto un investimento di 2 miliardi e 700 milioni di dollari, ma ha deciso anch’essa di prendersi una pausa finchè le cose non cambieranno. Coca-Cola, invece, ha optato per uno stop delle proprie inserzioni su tutti i social network controllati da Zuckerberg, compreso Instagram. Come detto, alla campagna prende parte anche Honda. Insomma, una perdita di capitale e di immagine incredibile per Facebook, che sta valutando un inevitabile cambio di tendenza. L’intenzione è quella di intervenire contro inserzioni che attaccano gruppi social in maniera pericolosa. Ma sarà davvero così?
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