Stop odio razziale: Coca Cola si unisce al boicottaggio di Facebook

Coca Cola sospende per un mese le pubblicità sui social. Si unisce al boicottaggio di Facebook accusato di non fare abbastanza contro i contenuti d’odio

Coca Cola

Poco fa Coca Cola ha annunciato di essersi unita al boicottaggio di Facebook, Instagram, Youtube, Twitter e altri social accusati di non muoversi abbastanza per combattere contenuti d’odio e di razzismo nelle piattaforme. L’azienda ha dichiarato di interrompere la pubblicità online per un mese a partire da luglio. Il boicottaggio è stato promosso dalla campagna Stop Hate for Profit, alla quale hanno aderito colossi come Unilever e Verizon.

Oltre a Coca Cola, anche Patagonia e North Face hanno deciso di non pubblicizzare i prodotti sui social media sempre con l’accusa nei confronti delle piattaforme di non fare abbastanza. Il Presidente e Ceo di Coca-Cola, James Quincey, ha denunciato: “Non c’è spazio per il razzismo nel mondo e non c’è spazio per il razzismo sui social media”.

Risposta di Facebook

Da parte sua Facebook ha riconosciuto che le normative non sono perfette, ma rivendica l’ottenimento di risultati importanti come il rapporto con la Commissione europea sui discorsi di incitamento all’odio, rilevando che Facebook è leader del settore nella rimozione dei contenuti: l’87,6% dei contenuti che sono stati segnalati sono poi anche stati rimossi. Percentuale in crescita rispetto all’82,4% del 2019 e contro i risultati di Youtube e Twitter, rispettivamente il 79,7% e il 35,9%. Per quanto riguarda l’esame dei contenuti, Facebook è il social media più veloce.

Un portavoce della piattaforma in merito alle accuse ha dichiarato: “Investiamo miliardi di dollari ogni anno per mantenere la nostra comunità sicura e lavoriamo costantemente con esperti esterni per rivedere e aggiornare le nostre policy. Ci siamo sottoposti a una audit sui diritti civili e abbiamo bandito 250 organizzazioni di supremazia bianca da Facebook e Instagram. Gli investimenti che abbiamo fatto in Intelligenza Artificiale ci permettono di individuare quasi il 90% dei discorsi d’odio su cui interveniamo prima che gli utenti ce li segnalino”.

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