“Il 14 settembre si torna a scuola ma con la massima sicurezza”, così il premier Conte ha aperto la conferenza stampa a Palazzo Chigi per esporre il piano di rilancio dell’istituzione scolastica e le nuove linee guida da rispettare.
Dopo mesi di dubbi su come e quando far ripartire il sistema scolastico, il presidente Giuseppe Conte ha presentato le nuove linee guida, immediatamente operative. Il 14 settembre si parte quindi, con tutte le misure di sicurezza da seguire e con tanta voglia di tornare tra i banchi per alunni ed insegnanti. “Chiudere le scuole è stata una scelta sofferta — ricorda Conte — che il governo non ha preso a cuor leggero”. E ancora: “Alla fine ci siamo decisi per questa soluzione perché abbiamo valutato che fosse quella che garantiva la massima sicurezza a tutti gli studenti e alle loro famiglie”. Certo, la didattica a distanza è stata da subito messa in pratica, ma alla fine la scuola è anche aggregazione sociale, esperienza, formazione di vita. E’ indispensabile quindi tornare tra i banchi e riprendere ad insegnare di fronte agli studenti. Per quanto riguarda le assunzioni Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle misure annuncia: “50 mila assunzioni e bonus per i docenti”. La scuola è al centro della politica del governo e gli investimenti saranno importanti. Inoltre parlando sempre di aiuti all’istituzione scolastica, Conte sottolinea:” un miliardo annunciato ieri, ci permetterà di ripartire in sicurezza, con una scuola più moderna e inclusiva. Basta con le classi pollaio”. Anche la ministra Azzolina conferma che le scuole a settembre saranno più pulite e meno affollate, annunciando 50mila nuove assunzioni imminenti.
Gli spazi saranno comunque ridotti: il 15% degli studenti dovrà essere portato fuori dagli istituti per rispettare il distanziamento di un metro, conferma la ministra. Le opposizioni però si fanno sentire. Per Lega e Forza Italia sulla scuola si può già parlare di “pessima gestione” e anche per Matteo Renzi (Italia Viva) sulla realtà formativa “non è andato tutto bene, come speravamo”. Anche l’ipotesi di utilizzare locali alternativi dovrà essere rivalutata dagli enti locali e dal ministro dell’Interno. Per molti la gestione dei posti all’interno della scuola sarà un vero e proprio problema che rischierà di far ripartire il tutto con molta lentezza e senza i posti di lavoro promessi.
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