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Politica

Renzi: “Il Governo deve pensare al futuro, regionali importanti ma non decisive”

Il leader di Italia Viva sostiene che la partita si giocherà nei prossimi tre mesi, prima del ritorno alle urne. “L’Europa ha fatto tanto per noi, ora dimostriamo di essere una grande squadra”, dichiara Renzi al Foglio.

Matteo Renzi prova a tracciare la strada che il Governo deve seguire. Lui è uno che il premier lo ha fatto, anche se non con i risultati che ci si aspettava. In ogni caso l’ex presidente del Consiglio, nel corso di una lunga intervista rilasciata per Il Foglio, ammette che i prossimi giorni saranno molto importanti per l’attuale esecutivo. A fine settembre si tornerà alle urne per eleggere alcuni governatori di regione. Secondo Renzi non sarà questo il passo decisivo per le sorti del Governo, ma di certo le opere che verranno realizzate nel frattempo avranno il loro peso specifico.

“Il futuro dell’Italia si deciderà nei prossimi novanta giorni – dichiara Renzi – e da qui alle elezioni regionali capiremo davvero cosa succederà al paese. Capiremo se il governo riuscirà a essere all’altezza delle sfide di questa fase storica cosi complicata. Capiremo se la maggioranza riuscirà a rafforzarsi seguendo l’unica strada che ha a disposizione: pensare un po’ meno al presente e un po’ più al futuro. Avere una visione che vada oltre le dirette Facebook e i sondaggi. Capiremo se l’Italia avrà la forza e le persone giuste per contare in Europa. Capiremo se la partita di ritorno del Papeete è una partita che le forze antisovraniste vogliono vincere o se è una partita che le forze antisovraniste hanno deciso di perdere”.

E proprio a proposito delle prossime elezioni regionali, Renzi vuole scongiurare un grande errore commesso in passato. Secondo il leader di Italia Viva, non bisogna “nazionalizzare elezioni che, per quanto coinvolgano circa 24 milioni di elettori, non possono che restare regionali”. L’ex premier sostiene che il futuro dell’attuale governo guidato da Giuseppe Conte “non dipende dal voto regionale, ma dipende dalle scelte che farà il governo da qui ai prossimi mesi”. Dunque le elezioni che si terranno in Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle d’Aosta non segneranno il destino del Governo.

E a proposito di regionali, Renzi si espone sul candidato che il centro-sinistra vuole proporre. Non si espone sul nome di Scalfarotto, ma di certo non spende parole al miele per l’attuale governatore Michele Emiliano. “Dopo aver visto in questi anni il modo in cui Emiliano ha governato la regione, posso dire che una forza politica che si considera riformista e alternativa ai populismi non poteva che scendere in campo, compatta, contro un presidente pericoloso per la sua regione”. E si fa riferimento alla gestione del caso Ilva e al modo in cui Emiliano “ha giocato con il populismo e alimentato il complottismo”.

Partendo proprio dal tema del populismo, il leader di Italia Viva sfoglia l’album dei ricordi e torna a un anno fa. In molti pensavano di andare al voto, ma Renzi rivendica la bontà della scelta fatta, di rimodulare le forze in campo. “Io, un anno dopo, dico che abbiamo fatto la scelta giusta. Che abbiamo salvato l’Italia dai nemici dell’Europa. Che abbiamo gestito il coronavirus con molti errori ma senza le follie alla Bolsonaro. E che però abbiamo vinto solo la partita di andata di una partita più grande il cui ritorno sarà tra qualche anno quando contro i sovranisti ci giocheremo una sfida cruciale: assicurare all’Italia un altro settennato europeista”.

Renzi offre il suo aiuto a Conte – meteoweek.com

E allora Renzi torna su quanto detto anche nei giorni scorsi, in merito alla necessità di portare al Quirinale un presidente della Repubblica più vicino a linee europee. “L’Italia merita di avere ancora un presidente della Repubblica capace di mettere in campo un profilo europeista e filoatlantico – dichiara l’ex premier – . Il nostro miglior amico nel mondo sono gli Stati Uniti d’America da decenni e guai a chi vuole cambiare questa scelta. Va benissimo se ci sarà un consenso ampio sulla figura presidenziale, anche di mondi che oggi si riconoscono in Salvini e Meloni”. In tal senso l’obiettivo è chiaro: “Questo Parlamento deve arrivare fino al 2023”.

Dall’ex segretario del Pd arriva anche un monito ai leader delle altre forze di maggioranza. “Se io fossi in Conte, in Di Maio, in Zingaretti – dice – smetterei di fare la guerra al nostro partito e inizierei a capire in che modo Italia viva può aiutare con i fatti a dare vitalità al governo”. Renzi dice di non chiedere poltrone ma di offrire politica. E sul futuro del Paese indica tre priorità: “Smetterla di traccheggiare con il Mes; il tema enorme, gigantesco, pazzesco che riguarda le infrastrutture; lo stesso ragionamento da fare anche con la scuola”. Con tanto di moniti ai ministri De Micheli e Azzolina.

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“Bisogna investire, bisogna sbloccare le opere che si possono sbloccare con una firma – prosegue Renzi – . Sono contento che il presidente del Consiglio abbia detto di essere d’accordo con il nostro piano shock. È ora però di passare dalle parole ai fatti”. L’intervista si chiude parlando del caos esploso attorno alla giustizia. Secondo Matteo Renzi, Luca Palamara non deve essere il capro espiatorio: “Non faceva le cene da solo, non le faceva solo con i politici, non possiamo accettare che ci sia un Trojan che funziona a intermittenza. Il Paese che ha visto per decenni i giudici come eroi, e alcuni di loro lo sono davvero, oggi rischia di farli passare dall’altare alla polvere”.

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