I capi delegazione di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno evidenziato il problema al premier Conte. Gualtieri è accusato di gestire in autonomia le nomine in alcuni gruppi controllati dal Tesoro.
Roberto Gualtieri contro tutti. Questo è quanto sembra essere trapelato nell’ultimo incontro voluto da Giuseppe Conte, in cui il premier ha riunito i capi delegazione dei partiti che compongono la maggioranza al Governo. E ne è venuto fuori che il ministro dell’Economia sembra essere rimasto solo e sarebbe prossimo a ricevere la bocciatura definitiva, proprio dagli esponenti delle altre forze politiche. In particolare sono Movimento 5 Stelle e Partito Democratico ad aver chiesto a gran voce la testa di Gualtieri. E la frase che simboleggia il tutto è: “Non pensare di poter fare tutto da solo”.
Proprio così, perchè il ministro dell’Economia è accusato di avere una gestione quasi del tutto autonoma di alcuni aspetti. In particolare ci si sofferma sulle nomine avvenute in molte società controllate dal Tesoro, o in cui lo stesso Gualtieri ha grande peso in quanto possessore di diverse azioni. Società come Consip, Poligrafico dello Stato, Gse e Gme, oltre ad alcune controllate delle Ferrovie. Una situazione che non va giù agli esponenti giallo-rossi e che sarebbe esplosa in tutto il suo fragore durante l’ultimo incontro, che si è tenuto giovedì sera durando anche diverse ore.
A quanto pare, l’operato di Gualtieri si è verificato in diverse occasioni, tanto da indispettire lo stesso Conte. E l’ultimo episodio riguarda la portata del prossimo scostamento di bilancio, che assume un’importanza evidente nel piano di rilancio del Paese. Il premier sarebbe pronto ad andare oltre i venti miliardi, mentre il responsabile del Tesoro si limiterebbe poco oltre i dieci. Da qui la sfuriata del capo del Governo nei confronti dello stesso Gualtieri, questa volta a nome di tutta la maggioranza: “Non puoi fare da solo, ci sono equilibri di maggioranza da rispettare”.
Una sfuriata che, però, non sembra aver sortito gli effetti sperati, visto che Gualtieri prosegue dritto per la sua strada. E come abbiamo detto, c’è anche l’aspetto delle nomine a far storcere il naso a piddini e pentastellati. Questi ultimi hanno chiesto l’apertura di un tavolo per discutere di centinaia di posizioni da assegnare in diverse società, alcune delle quali controllate anche solo in parte dal Mef. Il Movimento 5 Stelle ha cercato di schierare anche Gianluca Rizzo, deputato molto vicino sia a Crimi che a Di Maio. Ma la sostanza non cambia: Gualtieri non molla.
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E nei prossimi giorni potrebbe scoppiare una nuova bomba a orologeria sul Governo. Si continua a parlare, tra le altre cose, anche della revoca delle concessioni autostradali al gruppo Atlantia. Avrebbe dovuto esserci un summit nella serata di ieri, ma Di Maio lo ha disertato nonostante la forte richiesta da parte del Pd. E il motivo di tale forfait è presto detto: Conte non sembra intenzionato a calcare la mano con i Benetton, tanto da mettere in difficoltà il Movimento 5 Stelle. Il piano del premier è quello di spostare il summit dopo l’approvazione del Recovery Fund, in modo da poter gestire il tutto con meno pressioni addosso.