Brexit: meno studenti europei, ora studiare a Londra costerà il triplo

Il risultato della Brexit in ambito accademico: gli studenti universitari europei potranno ottenere un visto di studio, ma non potranno più ottenere i prestiti automatici.

In una lettera arrivata in questi giorni ai College di tutta l’Inghilterra e a quelli del resto del Regno Unito è stato comunicato che dall’anno accademico 2021-22 gli studenti dei paesi dell’Unione Europea dovranno pagare le stesse tasse d’iscrizione degli extracomunitari, ovvero circa 25 mila sterline l’anno invece delle attuali 9 mila. Inoltre, gli studenti europei perderanno anche il diritto a richiedere i prestiti automatici a interesse agevolato che finora potevano ottenere alla pari dei giovani britannici, in modo da non dover pagare nulla fino a dopo la laurea e dopo avere ottenuto un posto di lavoro.

Qualcuno parla di fine di un’epoca: il tempo in cui gli italiani e con essi buona parte degli altri europei, potevano sognare di mandare i figli a studiare nelle celebri Università inglesi, le migliori del mondo secondo le graduatorie internazionali insieme ad Harvard, Stanford e Yale negli Stati Uniti. Eppure, il provvedimento era previsto in quanto fa parte delle misure introdotte dalla Brexit, entrata in vigore il 31 gennaio 2019. In pratica nulla cambierà fino al 31 dicembre 2020, data che segna il termine della fase di transizione in cui prosegue la trattativa sulle future relazioni. In questo senso, gli studenti europei che iniziano un corso di laurea nel 2020-2021 potranno continuare a pagare 9 mila sterline l’anno e a usufruire dei prestiti sino al diploma.

Un brutto colpo non solo per gli studenti europei, ma anche per le Università britanniche in quanto su un totale di 485 mila studenti stranieri nel Regno Unito, 143 mila sono dei 27 paesi dell’Unione Europea, ossia quasi un terzo. “Una cattiva notizia per le nostre Università”: commenta Nick Hillman, direttore dell’Higher Education Policy Institute. In particolar modo, Hillman prevede che il vertiginoso aumento delle tasse d’iscrizione provocherà un calo del 60% degli studenti europei, tra i quali gli italiani costituiscono il gruppo più numeroso: quasi 14 mila, seguiti da 13.600 francesi, 13.400 tedeschi e 10.300 spagnoli.

Roberta Foglia

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