Arrivano i primi dati demografici legati all’effetto lockdown. Stando a quanto emerso, il 14% delle coppie non fertili, ormai attive nel percorso di fecondazione assistita, è riuscito a fecondare naturalmente. Lo afferma uno studio condotto da Arianna Pacchiarotti, Responsabile Pma dell’ospedale San Filippo Neri di Roma e Docente della
Sapienza.
Arrivano i primi dati sugli effetti del coronavirus a livello sociale e demografico. E arrivano anche le prime sorprese. Stando a quanto emerso da uno studio italiano condotto da Arianna Pacchiarotti, il 14% delle coppie infertili che stava seguendo il percorso di fecondazione assistita è riuscito a concepire ugualmente in maniera naturale durante il lockdown. A confermarlo è uno studio italiano pubblicato al momento su un sito di pre-print, ma già accettato da una rivista. A capo della ricerca, come già anticipato, Arianna Pacchiarotti, Responsabile Pma dell’ospedale San Filippo Neri di Roma e Docente della Sapienza. Secondo lo studio si tratterebbe di una percentuale molto vicina a quella che in letteratura scientifica è stata denominata come “infertilità sine causa”.
Per raggiungere questi dati sono state prese in esame 50 coppie con un’età media di circa 39 anni. Queste coppie avevano iniziato la fecondazione assistita prima dell’inizio del lockdown, ma avevano dovuto sospenderla a causa di quest’ultimo e delle misure di distanziamento sociale. Eppure, il 14% di loro è riuscito a concepire ugualmente un figlio, in maniera naturale. Ora la Pacchiarotti spiega: “La bassa frequenza di rapporti sessuali spesso non viene menzionata durante l’anamnesi da parte delle coppie, soprattutto perché è un problema che è fonte di frustrazione e vergogna. Lo stress, la fatica, la mancanza di tempo e la distanza geografica sono le cause principali”.
Poi l’esperta aggiunge: “Il dato più interessante è che la percentuale di chi ha concepito naturalmente è molto simile, 14% contro 15% a quella delle cosiddette infertilità ‘sine causa‘, quelle cioè in cui non è stato diagnosticato un problema medico”. Si tratta di un incremento dei concepimenti che potrebbe andare a riempire, almeno a livello numerico, il vuoto delle nascite dovute alla sospensione dei trattamenti per fecondazione assistita. Stando agli ultimi dati, a causa del lockdown quest’anno potrebbero essere registrate 4.500 nascite in meno. Un dato che non deve sorprendere, considerando che la fecondazione assistita ricopre circa il 3-4% di nascite che hanno luogo ogni anno sul territorio italiano.
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