Oms, allarme coronavirus: aumentano casi in Europa

L’Oms lancia l’allarme coronavirus: nelle ultime settimane i casi di Covid-19 sono aumentati in trenta Paesi. Undici di questi Paesi registrano un’impennata significativa, riferisce Hans Kluge, il direttore della sezione europea dell’Oms. 

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Sembra che la nuova calma piatta del coronavirus non sia ancora uno stato delle cose accreditato, anzi. Mentre riaprono la stagione estiva, i locali e le frontiere, il coronavirus sembra proseguire nella sua avanzata, anche se in maniera più silente. A confermarlo è direttamente l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che lancia l’allarme a causa di un incremento dei contagi di coronavirus in Europa. A parlare è Hans Kluge, direttore della sezione europea dell’Oms: “La scorsa settimana, l’Europa ha visto un aumento del numero dei casi settimanali” di Covid-19 “per la prima volta da mesi”. Lo ha affermato durante una conferenza stampa da Copenaghen, nella quale ha ribadito: “Trenta Paesi hanno visto un aumento del numero di nuovi casi nelle ultime due settimane”. Stando ai dati Oms, l’Europa in questo momento registra al giorno, in media, circa 20.000 nuovi casi. Sono circa 700, invece, i nuovi decessi giornalieri. A spaventare è soprattutto la velocità della trasmissione del contagio, che sembra aumentare rapidamente: “In undici di questi Paesi, l’accelerazione della trasmissione ha portato ad un’impennata molto significativa che, se non controllata, spingerà ancora una volta i sistemi sanitari sull’orlo del precipizio in Europa”.

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Kluge non fa nomi sui Paesi attenzionati. Nomina, però, i virtuosi in grado di operare in maniera tempestiva per bloccare nuove catene di contagio: Polonia, Germania e Spagna. Questi Paesi si sono contraddistinti per un’adeguata gestione di nuovi casi in “scuole, miniere di carbone e nei siti di produzione alimentare”. Kluge afferma: “Paesi come Polonia, Germania, Spagna e Israele hanno reagito rapidamente ai pericolosi focolai di Covid-19 associati a scuole, miniere di carbone e ambienti di produzione alimentare verificatisi nelle ultime settimane. Mi congratulo con le autorità. E mi congratulo con le popolazioni che seguono le misure di distanziamento e indossano le mascherine”. Poi ancora: “Oltre 2,5 milioni di casi sono stati segnalati in totale nella regione europea ma se c’è una percentuale decrescente di casi globali rispetto all’inizio dell’anno, continuiamo ad avere quasi 20.000 nuovi casi e oltre 700 nuovi decessi ogni giorno. A livello globale, con oltre 9 milioni di casi confermati e oltre 400.000 morti segnalati all’Oms, la pandemia continua ad accelerare, con un numero record di nuovi casi di coronavirus segnalati domenica, 183.020 confermati in 24 ore”.

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foto di repertorio

Intanto, mentre viene registrato un aumento dei contagi, l’Oms lancia un altro allarme riguardante l’autunno: è possibile che ci sarà una seconda, nuova, ondata di coronavirus. Per questo sulle vacanze estive Catherine Smallwood, responsabile emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in Europa, ha affermato: “Tutti non vediamo l’ora di avere un break estivo. La decisione di quando e dove viaggiare deve essere presa a livello individuale, sulla base di dove si vive e di dove si vuole andare. Bisogna in questo seguire i consigli delle autorità sanitarie e fare scelte sagge, soprattutto considerando chi deve viaggiare, se ci sono soggetti vulnerabili o anziani”. E’ necessario scegliere con attenzione e non abbassare la guardia perché, come ribadisce Kluge: “Ancora oggi abbiamo picchi di contagi nella prima ondata in molti paesi. Siamo ancora nella prima ondata, ma dobbiamo prepararci per l’autunno, quando Covid-19 incontrerà influenza stagionale e polmoniti. Il virus circola ancora attivamente, e non abbiamo farmaci e vaccini specifici efficaci”.

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Per questo nessuno deve essere lasciato indietro, e per questo bisogna cogliere l’occasione per colmare le carenze, prima che l’autunno porti con sé una possibile nuova ondata: “Questo deve essere fatto coinvolgendo la comunità, e se ci sono problemi con l’aderenza alle misure di prevenzione bisogna capire cosa impedisce questa aderenza e dove questo avviene, intervenendo in quei gruppi di popolazione”. Allo stesso modo, deve essere mirata e intelligente la scelta dei luoghi in cui recarsi durante il periodo estivo. A ribadirlo è Catherine Smallwood: “Esistono informazioni attendibili su dove il virus è più presente sui siti delle autorità sanitarie nazionali e su quello dell’Oms. Ci sono ancora rischi associati al coronavirus in molte aree della regione europea e bisogna considerare questi rischi, badando a chi viaggia, da dove si parte e dove si va. Bisogna in ogni caso evitare le situazioni in cui non è possibile mantenere il distanziamento fisico. La scelta insomma deve essere individuale, saggia e basata sui consigli delle istituzioni sanitarie”.

 

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