I tre indagati per l’omicidio Sacchi avevano chiesto un rito abbreviato, ma la corte d’Assise ha rifiutato. Così rischiano l’ergastolo
Con il rigetto della loro richiesta, la corte d’Assise consegna i tre presunti killer, poco più che ventenni, al rischio concreto di ergastolo. Tutti e tre gli indagati sono chiamati a rispondere anche per altri reati legati a spaccio, lesioni e detenzione d’arma. Proprio per questi capi di accusa i legali dei presunti uccisori avevano richiesto il rito abbreviato che avrebbe permesso la riduzione di un terzo della pena. Ma niente da fare: Del Grosso, Pirino e De Propris saranno giudicati con un rito ordinario e rischiano l’ergastolo.
“Meno male” – è il commento del padre di Luca, Alfonso Sacchi. “Dopo la condanna lieve a Giovanni Princi temevamo altre brutte sorprese”.
Con questa decisione della corte d’Assise il processo ai tre indagati per l’omicidio di Luca Sacchi entra finalmente nel vivo. Diversi erano stati i rinvii a causa del Covid o per rallentamenti procedurali. Ma c’è grande attesa anche per un altro processo: quello ad Anastasya Kylemnyk. La 25enne di origini ucraine era la fidanzata di Luca Sacchi ed era con lui la notte della tragedia. Il ruolo di Anastasya nell’omicidio è sempre stato piuttosto ambiguo. Inizialmente la ragazza aveva raccontato di aver subito un tentativo di scippo durante il quale Luca, che l’aveva difesa, era stato colpito da un colpo di pistola.
Ma molti dettagli sono emersi nel corso delle indagini. Nello zaino che i presunti scippatori hanno tentato di rubare alla ragazza c’erano 70mila euro. Successivamente furono raccolte intercettazioni nelle quali gli indagati parlavano di 15 chili di marijuana da vendere. Questi elementi avvalorarono l’ipotesi di uno scambio di droga finito in tragedia e complicarono la posizione di Anastasya. Ieri la 25enne ucraina ha chiesto di essere ascoltata tramite il suo legale Giuseppe Cincioni. La sua testimonianza, ad oggi molto attesa, potrebbe però non avere luogo. Anastasya è accusata di detenzione e spaccio di droga e per questo ha il diritto di non rispondere alle domande che le verranno poste. Per il suo processo la 25enne ha scelto il rito ordinario e di conseguenza non avrà accesso a sconti di pena.
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