Allarme Fmi: spettro bolla su mercati, alto rischio di insolvenze. “I circa 6.000 miliardi di dollari di liquidità immessi dalle banche centrali hanno rafforzato la fiducia e favorito la propensione verso il rischio ma bloccano ripartenza”
“Il disaccopiamento tra l’andamento dei mercati finanziari e quello dell’economia reale agita lo spettro di una brusca correzione dei prezzi delle attività a rischio se l’attitudine degli investitori dovesse cambiare, ponendo una minaccia alla ripresa”. Come riportato da Agi, l’allarme è contenuto nell’aggiornamento del rapporto sulla stabilità finanziaria globale del Fondo monetario internazionale. Nel dettaglio, il Fmi spiega l’incidenza che questo aspetto può avere sull’economia.
“I circa 6.000 miliardi di dollari” di liquidità immessi dalle banche centrali per sostenere il sistema finanziario hanno rafforzato la fiducia e favorito la propensione verso il rischio. Ma allo stesso tempo hanno anche creato i presupposti di una bolla che incombe sulle prospettive di ripartenza dell’economia globale”. I tecnici dell’istituto di Washington, inoltre, intravedono anche altri pericoli. “Altre vulnerabilità del sistema finanziario sono state cristallizzate dalla pandemia di Covid-19. Alti livelli di debito potrebbero diventare ingestibili per alcuni debitori. Giocoforza le perdite derivanti dalla insolvenze potrebbero mettere sotto stress la resilienza delle banche in alcuni Paesi”.
Il Fondo non manca di sottolineare che “l’utilizzo senza precedenti di strumenti non convenzionali ha senza dubbio attutito il colpo della pandemia sull’economia globale e diminuito il pericolo immediato che incombeva sul sistema finanziario”. Tuttavia, il rapporto mette in guardia le autorità sui pericoli collocabili nei prossimi mesi.
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“Le autorità devono prestare attenzione alle possibili conseguenze indesiderate. L’attesa di un continuo sostegno delle banche centrali potrebbe trasformare la già eccessiva valutazione della attività in vulnerabilità, in particolare in un contesto in cui i sistemi finanziari e delle imprese stanno consumando i loro buffer per far fronte alla pandemia”. Per questo, conclude il Fondo, “non appena la ripresa sarà avviata le autorità dovrebbero affrontare le vulnerabilita’ che potrebbero rappresentare il seme di futuri problemi e mettere a rischio la crescita”.
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