Nuovo attacco alla libertà di stampa, in Egitto: arrestata Nora Younis, direttrice di un sito di notizie indipendente locale. Il blitz è stato condotto da otto agenti in borghese, che hanno fatto irruzione nella redazione del Cairo.
Secondo quanto si apprende da fonti internazionali, Nora Younis, direttrice di un sito di notizie indipendente egiziano, è stata arrestata nella giornata di ieri con l’accusa di gestire la struttura senza autorizzazione. La giornalista è stata condotta in una stazione di polizia nel distretto di Maadi al Cairo, ed è ora in attesa di un’udienza in tribunale, prevista già per oggi.
Come riporta l’agenzia Al Manassa, nella notte di mercoledì le forze di sicurezza egiziane – si parla di otto agenti in borghese – hanno fatto irruzione negli uffici senza mostrare alcun mandato di arresto. “I poliziotti hanno affermato di dover controllare le licenze del software, ma non hanno presentato un mandato di arresto o di ricerca”, ha infatti dichiarato Amnesty International, aggiungendo che Younis è stata portata alla stazione di polizia dopo che le è stato detto che il suo laptop doveva essere ispezionato.
Arrestata Nora Younis, nuovo attacco alla libertà di stampa
Nora Younis, che lavorava al Washington Post e come caporedattrice per il popolare quotidiano egiziano Al-Masry Al-Youm, ha vinto il premio Human Rights First nel 2008 per la sua professione di giornalista, atta ad esporre le violazioni dei diritti umani e la brutalità della polizia egiziana. Secondo quanto riferito da Amnesty International, allora, l’irruzione negli uffici del giornale e l’arresto della donna sarebbero da ricondursi a un nuovo attacco alla libertà di stampa in Egitto.
Amnesty International ha chiesto alle autorità egiziane di proteggere la giornalista “da qualsiasi tortura o maltrattamento”. Al Manassa, il sito fondato nel 2015 da Younis, ha sottolineato di nuovo di aver chiesto la licenza per la struttura già nell’ottobre del 2018, e di non aver mai ricevuto alcuna risposta dalle autorità competenti. Questo, purtroppo, si tratta di una pratica relativamente frequente in Egitto, dove il mancato assenso viene usato come pretesto per poter chiudere i media ritenuti scomodi dal governo.
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In aggiunta a questo, bisogna considerare anche che l’Egitto si posiziona al 166° posto su 180 nella classifica mondiale della libertà di stampa 2020, stilata dall’organizzazione no-profit di Reporters sans frontieres (Rsf). Inoltre, si posiziona come fra i quattro Paesi al mondo che arrestato più frequentemente i giornalisti, secondo quanto dichiarato da Committee to protect journalists (Cpj). Non a caso, già lo scorso mese era stata fermata anche la direttrice del sito di notizie indipendente (già oscurato) Mada Masr, Lina Attalah.