In occasione della manifestazione Io Coltivo, la leader di Più Europa Emma Bonino si è espressa sul dibattito della Cannabis: “La legalizzazione manda le mafie in bancarotta”. Della stessa opinione anche altri politici, con Di Battista che parla di una “battaglia razionale”.
Torna in ballo la questione relativa alla legalizzazione della Cannabis, promossa da diversi esponenti politici che la contrappongono al sistema di illeciti e di organizzazioni mafiose. In questo senso, oggi si è espressa la la leader di Più Europa, Emma Bonino, contestualmente al suo intervento in piazza Montecitorio proposto durante la manifestazione di Io Coltivo. Manifestazione, questa, a cui hanno preso parte anche Magi (sempre di Più Europa) e Mantero (M5s), che hanno portato due piantine proprio davanti al Parlamento.
“Sono una persona che combatte il proibizionismo in generale nei comportamenti umani. In un paese normale l”io non lo farei’ non può diventare automaticamente ‘e quindi tu non lo devi fare’. E penso che legalizzare la Cannabis sia meglio che proibire. E legalizzare non vuol dire incentivare il consumo, ma far venire meno un apporto finanziario a chi specula sul proibizionismo. Legalizzare vuol dire mandare la mafia in bancarotta“, ha spiegato Emma Bonino.
Secondo la senatrice, però, “la battaglia antiproibizionista arriva da lontano. Temo, per come stanno andando le cose, che avrà ancora bisogno di tanto impegno, resistenza e passione, per esercitare un punto fondamentale del nostro vivere insieme: la libera scelta delle persone. Sarà lunga ma non bisogna arrendersi“.
All’interno del Parlamento, invece, si è continuato a discutere sulle proposte di legge per la legalizzazione della Cannabis, a partire dalla proposta avanzata da Legalizziamo che, depositata nel 2016, è stata sostenuta da oltre 100.000 firme. Sempre a favore dell’antiproibizionismo, dunque, si è espresso anche Erasmo Palazzotto di LeU, presentatore egli stesso di una proposta di legge sulla legalizzazione delle droghe leggere.
“La legalizzazione della Cannabis è un’efficace modo di combattere le mafie sul proprio terreno, un contrastato al mercato illegale gestito dalla criminalità organizzata. Con la legalizzazione della marijuana e della Cannabis entrerebbero nelle casse dello Stato più di 10 miliardi di euro che verrebbero sottratti ai profitti delle organizzazioni criminali e si ridurrebbero i rischi per la salute esercitando un controllo sulle sostanze. Chi si batte per mantenere lo status quo agisce oggettivamente in concorso con gli interessi di queste organizzazioni”, ha affermato Palazzotto.
E ha sottolineato che “mentre nel mondo sono sempre di più i Paesi” che legalizzano la sostanza “sia per il consumo medico che ricreativo”, in Italia si continua invece “ad affrontare il tema solo sul piano ideologico e senza alcuna valutazione oggettiva dei benefici che la legalizzazione della cannabis produrrebbe per il nostro Paese”. “Il mercato della Cannabis e dei suoi derivati – spiega il deputato – è da decenni in mano a mafie di ogni sorta e colore per un valore di una decina di miliardi di euro e le politiche antiproibizioniste fatte sino ad ora non hanno portato nessun risultato”.
Sulla stessa linea d’onda, inoltre, appare la situazione interna al Movimento 5 Stelle, sebbene qualche piccolo attrito fatto nascere da Alessandro Di Battista. Il pentastellato, infatti, rimanendo comunque favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere, si è scagliato contro alcuni sostenitori antiproibizionisti che starebbero portando avanti la battaglia nel peggiore dei modi.
“Volete la regolamentazione della produzione e della vendita della cannabis? Allora evitate di farvi i selfie con una canna in mano. Si tratta di gesti infantili ed altamente controproducenti. Ricordano coloro che pretendono di ottenere un miglioramento dei diritti civili per gli omosessuali esibendosi in volgari forme di trasgressione durante i Gay Pride“, spiega infatti su Facebook Alessandro Di Battista.
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“La fine del proibizionismo della cannabis è una battaglia sociale, oggi ancor di più, e va fatta in modo laico e razionale“, ha proseguito il pentastellato. Sottolineando che “la regolamentazione del mercato della cannabis produrrebbe un aumento del Pil tra 1,20% e il 2,34%“, e “genererebbe 10 miliardi di euro per le casse dello Stato: 8 sarebbero i miliardi di nuovo gettito e 2 quelli risparmiati sulle politiche di repressione”. “Meglio far finire questi denari nel bilancio pubblico o nei conti correnti dei mafiosi in qualche paradiso fiscale?”, ha infine concluso Di Battista.
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Dal canto suo, invece, il collega grillino Aldo Penna ha pubblicato un video nel quale viene ripreso a seminare un seme di Cannabis in un vaso del suo balcone. “Io che non fumo neanche le sigarette coltivo canapa in un vaso del balcone di casa mia per una ragione politica. Non ha senso che il Testo unico delle droghe consideri illegale coltivare canapa in casa mentre una sentenza della Cassazione preveda che l’uso personale di hashish non sia sanzionabile”. “Bisogna capire – conclude Penna – che permettere la coltivazione per uso personale in casa danneggia le mafie che spacciano l’hashish. Invece oggi è legale se ti compri l’erba in piazza e passi i guai se te la coltivi in casa“.
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