Strage di Bologna: circolano i volantini choc con i resti della Fresu

Il presidente dell’associazione parenti delle vittime, Paolo Bolognesi, si è detto turbato dalla propaganda degli attivisti.

Strage di Bologna: circolano i volantini choc con i resti della Fresu – meteoweek

“Sono persone squallide che non hanno argomenti per difendere gli stragisti che hanno causato lo scempio della strage. Dovrebbero solo vergognarsi”: non ci sta Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Strage di Bologna, si ribella alla pubblicazione di un volantino distribuito ieri in centro storico, da alcuni attivisti dove sono ritratti i resti delle vittime della Strage di Bologna. Nel foglio, intitolato ‘2 agosto 1980 La verità è orrenda’ è riprodotta una fotografia del lembo facciale riesumato nella bara di Maria Fresu, una delle vittime dell’attentato insieme alla figlia Angela, sepolta nel cimitero di Montespertoli.

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A far discutere è un evento correlato alla distribuzione del volantino: durante il processo a Gilberto Cavallini, condannato all’ergastolo in primo grado, l’esame del Dna venne dimostrato che quanto contenuto nella bara della Fresu, in realtà non è il suo cadavere. Secondo chi ha predisposto il volantino, si tratta di una “vittima mai inclusa nell’elenco” perché “è la vera attentatrice alla stazione”. La storia dell’attentato della Strage di Bologna presenta ancora molti punti oscuri.

Cavallini a processo per la Strage di Bologna – meteoweek

Strage di Bologna: la storia

Era il 2 agosto 1980 alle 10:25 quando alla stazione ferroviaria di Bologna Centrale, scoppia il caos. Si tratta del più grave atto terroristico avvenuto nel Paese nel secondo dopoguerra, da molti indicato come uno degli ultimi atti della strategia della tensione. Nell’attentato morirono 85 persone, tra cui la Fresu, e 200 rimasero ferite. Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei Armati Rivoluzionari, tra cui Valerio Fioravanti. Gli ipotetici mandanti sono rimasti nell’ombra, ma furono rilevati collegamenti con la criminalità organizzata e i servizi segreti deviati. Il processo fu molto lungo e complesso ma la sentenza finale del 1995 condannò Valerio Fioravanti e Francesca Mambro «come appartenenti alla banda armata che ha organizzato e realizzato l’attentato di Bologna» e per aver «fatto parte del gruppo che sicuramente quell’atto aveva organizzato», mentre nel 2020, si aggiunse alla condanna anche Gilberto Cavallini. Gilberto Cavallini, sulle cui spalle pesavano già otto ergastoli e che, al momento della sentenza si trovava in regime di semilibertà nel carcere di Terni, è stato ritenuto colpevole di concorso in strage con sentenza del 9 gennaio e per questo condannato all’ergastolo. L’uomo si è dichiarato innocente e ha dichiarato anche a nome dei suoi compagni di gruppo di non avere nulla di cui chiedere perdono.

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