Un migrante sbarcato a Porto Empedocle dalla Sea watch è risultato positivo al coronavirus. Al momento si trova ricoverato al reparto Malattie infettive nell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta.
Si trova ricoverato al reparto Malattie Infettive dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta il migrante risultato positivo al coronavirus al seguito dello sbarco dalla Sea Watch. L’uomo, originario del Camerun, era approdato a Porto Empedocle. Tra sabato e domenica l’uomo era stato trasferito, in un primo momento, come possibile caso di tubercolosi. E’ stato comunque sottoposto al tampone per il coronavirus, risultando positivo. Lo conferma Alessandro Caltagirone, il direttore generale dell’Asp di Caltanissetta. Al momento si è in attesa degli esiti del tampone effettuato su un altro migrante ricoverato. Intanto, in mattinata, sono stati effettuati tamponi a tappeto a tutti i migranti della Sea Watch, per avere un quadro più chiaro e completare il tracciamento. Si è in attesa anche del risultato dei loro test per comprendere la portata dei contagi.
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Era stata Giorgia Linardi, portavoce della Sea Watch, a spiegare cosa è accaduto a bordo: “Abbiamo ricevuto una mail da parte dell’Usmaf (Ufficio di sanità marittima, aerea e di frontiera) che ci comunicava l’obbligo di effettuare la quarantena. Siamo rimasti un po’ stupiti, anche per una differenza di trattamento con altri casi. In questo momento l’equipaggio è isolato e attendiamo che la situazione si sblocchi”. Così i migranti sono stati trasferiti sulla nave predisposta per l’isolamento, la Moby Zazà. Sono ben 211 i migranti salvati dalla Sea Watch e trasferiti in quarantena. Poi l’equipaggio della Ong, 20 persone, anche loro sottoposti all’isolamento. Fin dall’inizio le modalità operative erano apparse strane, difformi rispetto alla norma: “Sono stati adottati tutti i protocolli di sicurezza nelle operazioni di salvataggio, ed è per questo che non comprendiamo le ragioni del provvedimento che, peraltro, è pervenuto solo via email. Attraverso il nostro legale Leonardo Marino stiamo cercando di avviare dei contatti con le autorità sanitarie per sbloccare la situazione, magari all’esito dei test sanitari”. Ora arriva il primo positivo al coronavirus, e le modalità adottate, con sorveglianza sanitaria dell’equipaggio, diventano più chiare.