L’ex ministro per le infrastrutture, ora capogruppo del Partito Democratico alla Camera, ne parla a Radio Rai 1. “Se vogliamo semplificare siamo in prima linea ma diciamo no al pressapochismo”, dichiara Delrio.
Graziano Delrio si esprime in favore del codice degli appalti. La misura che è stata messa in campo per favorire l’accelerazione delle costruzioni delle opere, con tanto di snellimento delle procedure per assegnare gli appalti stessi, è stata messa in discussione più volte. Tuttavia, come si è visto con il recente caso della costruzione del ponte di Genova, le cose sembrano essere andate bene. Delrio, dall’alto dei suoi trascorsi da ministro delle Infrastrutture, difende questa misura. E ora che è capogruppo del Partito Democratico alla Camera, la sua posizione non è cambiata.
“I dati dicono che dall’entrata in vigore del codice degli appalti si sono aperti più cantieri – ha dichiarato Delrio ai microfoni di Radio Rai 1 – . In Italia le grandi opere che sono rimaste ferme sono quelle che sono partite con la legge obbiettivo che prevedeva di fare presto”. Dunque l’esponente del Pd sostiene che il codice degli appalti stia funzionando nel migliore dei modi. D’altronde, come dice il capogruppo alla Camera, “se vogliamo una discussione sui dati, questi dimostrano che il codice degli appalti ha funzionato bene”. E sulla semplificazione Delrio si dice d’accordo, anche se dice no al pressapochismo.
“Nel codice appalti – prosegue l’ex ministro – ci sono norme che concedono l’affidamento in emergenza. I lavori che vengono realizzati in procedure di emergenza sono solo il 15%, quindi non molte. Con lo stesso codice appalti ci sono comuni che hanno usato tutti i fondi per l’edilizia scolastica, altri no. Un fattore importante è l’efficienza e la capacità dell’amministrazione locale”. Dunque da parte di Graziano Delrio c’è un sostegno importante al modo in cui viene affrontata la questione delle infrastrutture. Anche perchè, come ribadisce lui stesso, “questo Paese non può sempre ripartire da zero”.
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Delrio ribadisce l’ispirazione europeista delle norme in vigore: “Abbiamo seminato una pianta sana che viene dalle direttive europee – dichiara – , recepisce per l’ottanta per cento le direttive europee, anche volendo non si può uscire da quel seminato, perché andremmo in infrazione”. E poi dall’ex ministro arriva una metafora di tipo botanico, per far capire come l’Italia sta crescendo e deve continuare a farlo, sotto ogni aspetto. “Questa pianta sta crescendo e sta crescendo bene. A questo punto siamo come quei contadini che vorrebbero tagliare la pianta mentre sta crescendo perché non fa abbastanza ombra”.