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Cronaca

Osservata la fusione tra un oggetto misterioso e un buco nero

La natura dell’oggetto rimane ignota: le sole onde gravitazionali non consentono di distinguere se si tratta di un buco nero o di una stella di neutroni.

Dalle onde gravitazionali il segnale che indica un oggetto misterioso e dalla massa insolita che circa 800 milioni di anni fa si è fuso con un buco nero. A descrivere quanto accaduto è The Astrophysical Journal Letter. Il segnale è stato catturato dall’Advanced Ligo negli Stati Uniti e dai rivelatori dell’Advanced Virgo dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo (Eso) con il quale l’Italia collabora tramite l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). “Ancora una volta le osservazioni delle onde gravitazionali contribuiscono a far luce su aspetti ignoti del nostro universo: l’oggetto più leggero in questo sistema binario ha una massa mai osservata finora”, rileva e afferma il responsabile della collaborazione Virgo, Giovanni Losurdo, dell’Infn.

Il segnale è arrivato a Terra il 14 agosto 2019 ed è stato generato dalla fusione tra un oggetto cosmico dalla massa insolita (pari a 2,6 volte quella del Sole) e un buco nero dalla massa superiore di 23 volte quella solare. Il risultato finale è stata la formazione di un buco nero dalla massa di circa 25 volte quella del Sole. È infatti una massa intermedia fra quella della stella di neutroni più pesante e quella del buco nero più leggero mai osservati: un intervallo che costituisce l’area grigia che gli astrofisici chiamano “mass gap” e che da tempo è un vero e proprio rompicapo. Nel momento stesso in cui i ricercatori degli osservatori Advanced Ligo e Advanced Virgo hanno ricevuto il segnale, hanno allertato gli astronomi di tutto il mondo così da puntare un gran numero di telescopi, terrestri e spaziali, sulla zona di provenienza del segnale al fine di osservare quella porzione di cielo con altri tipi di segnali: primo fra tutti la luce visibile. Tuttavia, tale mobilitazione è stata inutile, probabilmente perché l’evento è avvenuto a una grande distanza.

La scoperta resta una grande sfida per gli astrofisici, dimostrando che è ancora poco quello che si sa sulla storia dell’Universo e la sua evoluzione. Alcune risposte potrebbero arrivare esattamente dall’Advanced Virgo e dai due rivelatori dell’osservatorio Advanced Ligo che “a breve entreranno in una nuova fase del loro programma di miglioramento”: afferma Viviana Fafone, responsabile nazionale dell’Advanced Virgo per l’Infn. “Questo consentirà di osservare un numero sempre maggiore di sorgenti”, conclude così la responsabile dell’osservatorio.

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