Fmi: Pil globale in calo del 4,9%, Italia -12,8%. Impatto catastrofico sull’occupazione e povertà in aumento. Aggiornate, con dati preoccupanti, le stime di crescita per il 2020
La pandemia del Covid lascia cicatrici profonde sul Pil, sull’economia globale, sui conti pubblici e sull’occupazione. Quest’ultima subirà, secondo Fmi, un impatto addirittura “catastrofico”. Il Fondo monetario internazionale ha aggiornato le stime di crescita per il 2020 e ora prevede una contrazione del Pil mondiale del 4,9%. Una recessione che sarà più acuta del previsto, seguita da una ripresa più lenta, come temuto dagli economisti.
Solo la Cina potrebbe riuscire a salvare il segno più davanti al Pil, seppur in maniera risicata rispetto alle attese dei mesi scorsi. L’Fmi calcola che tra il 2020 e il 2020, l’economia globale perderà 12.500 miliardi di dollari rispetto alle proiezioni di crescita fatte a gennaio 2020, quando per quest’anno si stimava una crescita del 3,3%. È questo il costo del Great Lockdown, come l’Fmi ha ribattezzato la crisi del Covid. Una crisi profonda, non paragonabile a nessuna crisi precedente.
Il primo trimestre dell’anno porta in dote numeri negativi
Il 2020 sarà l’anno più difficile per l’economia mondiale? Secondo i dati e le proiezioni dopo i primi mesi sembrerebbe di sì. “La pandemia di Covid-19 – si legge nel World economic outlook (Weo) – ha avuto un impatto più negativo del previsto nella prima metà del 2020 e si prevede che la ripresa sarà più graduale”. Che tradotto in numeri equivale ad una crescita del Pil globale del 5,4% (contro il 5,8% previsto ad aprile). Il Pil del 2021 rimarrebbe così di circa 6,5 punti percentuali più basso rispetto alle proiezioni di gennaio 2020, prima del Covid. Il commercio mondiale subirà una contrazione di quasi il 12%.
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Male l’avvio e ancora peggio la seconda metà dell’anno. Nel primo trimestre la crisi è stata più grave del previsto, ma l’Fmi si aspetta il peggio nel secondo: tra aprile e maggio la pandemia ha accelerato in molti Paesi, costringendo a misure di clausura più stringenti. L’Fmi ribadisce che l’eventuale seconda ondata di contagi aggraverebbe la recessione, prolungandola al 2021. Numeri che i governi non potranno ignorare, misurando con accortezza decisioni ed interventi. Sperando, appunto, che la seconda ondata di contagi si fermi al solo ventaglio delle possibilità.