Matteo Renzi a trecentosessanta gradi in un’intervista a Il Mattino: “Conte pensi alla decontribuzione, basta cassa integrazione. Come premier avevo uno stile diverso, non siamo simili, ma gli diamo una mano per il paese”
Per Matteo Renzi il governo deve agire di più e meglio, modificando il modus operandi su alcune questioni cruciali. “Era fondamentale mettere al centro alcuni punti di programma, a differenza di avere un sottosegretario in più o uno in meno”. Lo dice parlando dei rapporti con l’esecutivo in un’intervista al Mattino. Italia Viva ha detto al governo che “è urgente avere il piano infrastrutture per sbloccare i cantieri”. Citando il modello Genova, Renzi pensa si possa fare lo stesso “con le metropolitane da realizzare, gli ospedali, le scuole, le opere per fronteggiare il dissesto idrogeologico”.
“Conte pare si sia convinto – spiega il leader di Iv – così come “il family act non può rappresentare un costo, ma è un dovere per il Paese venire in soccorso delle famiglie nel momento non si fanno più figli”. Si sta anche “cercando di portare a casa il recovery fund, nel segno di un governo più europeista e meno sovranista”. Questo è il tempo “che le tasse vanno buttate giù, ma è evidente che non si possono ridurre tutte insieme”. Si decida da dove cominciare “o cerchiamo di diluirle”.
Rispetto al rischio di tensioni sociali getta acqua sul fuoco. “Bisogna muoversi con un approccio meno pessimista – dice – Potrà accadere che qualcuno si arrabbi ma l’unica strada, soprattutto per il Mezzogiorno è cominciare a investire i denari che già ci sono. Questo perchè non si campa di reddito di
cittadinanza, di assistenza e di sussidi e anche sarebbe un
bene spostare i soldi della cassa integrazione sulla decontribuzione: non ti pago per stare a casa ma per andare a
lavorare”. Inoltre per lui il meccanismo del prestito di 25 mila
euro per le aziende “deve essere automatico”. Da premier “ho avuto uno stile molto diverso da quello di Conte”, ma “con lui si collabora per dare una mano all’Italia”.
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Il leader di Italia viva esclude comunque una possibile lista
Conte-Renzi alle prossime politiche e dice che “si voterà nel
2023”. Lui spera “che si produca un sistema maggioritario”. L’ex
premier smentisce anche di essere dietro alla polemica interna
al Pd alimentata da Giorgio Gori: “Ho un ottimo rapporto con
Zingaretti e mai entrerei nelle dinamiche di altri”. Il leader
di Italia Viva riflette anche sulla bassa percentuale nei sondaggi, che sembra costantemente in calo: “Ma il migliore sondaggio siano le elezioni. Si voterà in sei regioni e Italia viva sarà decisiva
per le vittorie in Toscana e in Campania. Il 21 settembre
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