Recovery fund: il momento decisivo per la traiettoria di uscita dalla peggiore recessione in tempo di pace arriverà il 17-18 luglio. Non in una videoconferenza davanti a qualche schermo di computer ma a Bruxelles. L’Italia si gioca molto: sul futuro e sulle risorse in campo
I leader dei 27 Paesi dell’Unione europea sono appena stati convocati per il vertice di due giorni che dovrebbe permettere di chiudere già a metà del prossimo mese l’accordo sul Recovery Fund. Un incontro decisivo, che non si svolgerà in conference call ma a Bruxelles. Gli inviti sono stati diramati dal presidente del Consiglio europea Charles Michel proprio nella giornata di oggi.
Per l’Italia sono in gioco le risorse per ben 172 miliardi di euro, finalizzate in grandissima parte a investimenti, ritagliate dalla Commissione europea nella sua proposta complessivamente da 750 miliardi. Da questo punto di vista diventa fondamentale chiudere gli accordi già a luglio: solo così resterà il tempo per le ratifiche parlamentari e la presentazione dei piani nazionali di riforma e investimento in autunno. Ciò permetterebbe di iniziare ad attivare gli investimenti nella prima parte del 2021. In caso contrario, lo slittamento obbligherebbe in paesi che più necessitano a non calcolare le somme sui primi mesi del nuovo anno, quelli della auspicata rinascita.
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha già avvertito i leader: in caso di slittamento potrebbe riemergere una fase di instabilità di mercato. Se i governi non dovessero trovare l’accordo entro luglio, si va incontro ad una estate di profonda apprensione. Per tali motivi, si lavora per stringere i tempi, pur mettendo bene in vista le resistenze di molti paesi che storcono il naso leggendo le misure dell’attuale recovery fund.
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Ai quattro Paesi cosiddetti “frugali”, ovvero Olanda, Austria, Svezia e Danimarca si è aggiunta anche la Finlandia, che ha fatto sapere a chiare lettere di non poter sottoscrivere l’accordo così com’è. “Non possiamo accettare la proposta della Commissione Ue sul Recovery Fund, non ci soddisfa e sono necessari cambiamenti sotto molti aspetti. La discussione non è realmente progredita” ha spiegato la premier finlandese Sanna Marin in una nota al termine del vertice Ue. Di sicuro, l’appuntamento di metà del mese prossimo diventa decisivo. La posta non potrebbe essere più alta. Di rado l’Italia si è giocata tanto in così poco tempo in un negoziato europeo. Conte ha già spiegato che il Rf appare “equo e ben bilanciato”.
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