Mafia: maxi blitz a Catania, 50 arresti nel clan Cappello-Bonaccorsi

La polizia di Catania ha lanciato una vasta operazione antimafia e ha arrestato oltre 50 appartenenti al clan Cappello-Bonaccorsi.

Mafia: maxi blitz a Catania, 50 arresti nel clan Cappello-Bonaccorsi – meteoweek

C’è stata un’incredibile svolta a Catania nella lotta contro la Mafia che ha portato all’arresto di oltre 50 appartenenti al clan Cappello-Bonaccorsi compresi mogli e figli dei boss. Il blitz, organizzato da mesi, ha impegnato centinaia di uomini della polizia, con i reparti speciali e i nuclei investigativi, coordinati dalla Dda di Catania e dal Servizio centrale operativo. Sono in corso anche perquisizioni e sequestri di beni per ognuno dei fermati. In corso di esecuzione 52 misure cautelari, di cui 44 di custodia cautelare in carcere. Ulteriori dettagli verranno illustrati in mattinata, presso la Sala riunioni del X Reparto Mobile di Catania. Quello dei Cappello, dal nome del fondatore Salvatore Cappello, è un gruppo storico della mafia catanese che ha agito per decenni anche fuori dalla Sicilia; la successiva alleanza con i Bonaccorsi-Carateddi lo ha fatto diventare anche uno tra i più feroci per modalità di azione.

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Contemporaneamente anche a Palermo era in corso una maxi operazione antimafia, il blitz «Teneo» con il quale i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza del gip per dieci persone, 9 in carcere e una ai domiciliari. Stavolta si tratta del mandamento mafioso di San Lorenzo e Tommaso Natale. Tra le persone arrestate c’è anche Giulio Caporrimo, uscito dal carcere solo da un anno, e considerato il capo del mandamento. Le cronache di questi anni raccontano i suoi incontri con un altro capo mafia del mandamento, Nunzio Serio, avvenuti in mare al largo di Palermo sui rispettivi gommoni per timore delle microspie degli investigatori. La lotta prosegue: anche in questo caso sequestro dei beni e indagini ancora in corso. L’inchiesta della Dda di Palermo e dei carabinieri era iniziata con una denuncia di due imprenditori edili che si sono ribellati al pizzo, a volte denaro a volte con l’imposizione di forniture ai cantieri o ancora con l’imposizione di ditte. I due uomini hanno denunciato soprusi subiti, che hanno fatto immediatamente scattare le indagini. Sia per Catania che per Palermo si attende la chiusura delle indagini e l’inizio del processo che servirà ad accertare le colpe di ognuno dei soggetti coinvolti.

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