Per la maggioranza il ritocco dell’Iva non è una priorità: Salvini la sostiene ma Pd e Movimento 5 stelle sono contrari e Conte è sempre più solo.
Crepe, crisi, lontananza: l’esecutivo appare sempre meno coeso dopo gli Stati Generali. Una proposta “spot”, l’’ipotesi di un “ritocco” al ribasso dell’Iva, sebbene a tempo, lanciata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla chiusura del gran consulto di Villa Pamphili e riproposta proprio ieri non è piaciuta per niente né a Pd né al Movimento Cinque Stelle, colonne portanti di un governo ormai prossimo allo smembramento. il taglio dell’Iva – imposta che gode di pessima fama non solo perché è la più evasa ma anche perché ogni anno si tenta al contrario di scongiurarne con fatica l’aumento – è «una operazione decisamente complessa» osserva il viceministro Pd Antonio Misiani, confermando le perplessità già espresse dal ministro Roberto Gualtieri. A sostenere le perplessità generali anche il Governatore di BankItalia «Serve una visione ampia, e non imposta per imposta», ha detto Ignazio Visco intervenendo a un convegno organizzato dall’Accademia dei Lincei, in cui ribadisce la necessità di «una riforma complessiva» e ricorda che a causa di evasione fiscale, illegalità e criminalità, «il carico fiscale è molto pesante per chi le tasse le paga». Le fila, comunque, si tireranno a settembre quando presumibilmente il Paese sarà travolto dalla crisi post Covid e la fiducia sarà ai minimi storici.
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Con l’arrivo dell’autunno e la decisione ormai in cantiere sull’Iva a Conte potrebbe rimanere come ultima spiaggia solo Salvini che, però, è già in piena campagna elettorale. Il leader della Lega sui tagli ha mostrato una presa di posizione inaspettata: “Ogni taglio delle tasse avrà l’appoggio della Lega”. Avvalorando però le ipotesi di una tattica del leader leghista di dividere la maggioranza offrendo sponde al M5S. Matteo si muove su un terreno scivoloso: forti le critiche degli azzurri. “L’ideona di Conte di pensare di abbassare l’Iva dopo dieci giorni di passerelle per gli Stati generali – polemizza Giorgio Mulè di Forza Italia – la dice lunga sullo stato confusionale del governo. Essendo incapace di avviare una seria riforma del fisco in grado di rimettere in moto fiducia e consumi, l’esecutivo si trastulla in un nuovo inutile dibattito sulla rimodulazione dell’Iva. Ma a Conte e a questa maggioranza di poltronisti manca la visione da dare al Paese, dalle politiche industriali a quelle sociali. Il risultato è drammatico, l’incompetenza inaccettabile”. Ora resta da capire come si mescoleranno le carte con l’arrivo dei primi freddi.
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