L’anno prossimo il film Il Diario di Bridget Jones compirà 20 anni. Quanto è cambiata Renée Zellweger, che interpretava la protagonista?
La pellicola, uscita nel 2001, fu un vero blockbuster, che sopravanzò il successo del romanzo omonimo della scrittrice britannica Helen Fielding. Le tragicomiche avventure della trentenne londinese con scarsa autostima dovuta soprattutto al suo aspetto fisico e il perenne senso di inadeguatezza della trentenne “non sistemata”, l’hanno resa un punto di riferimento per tutte le coetanee degli anni ’90.
Quante si sono identificate nelle sue “sfighe”, in una perenne età di mezzo, troppo giovani per diventare signore e troppo mature per continuare a fare la vita da universitarie, passando da una festa all’altra? Quante, soprattutto, hanno sperato di incontrare come lei il Darcy dei propri sogni? Non perfetta, non alla moda, piena di incertezze, Bridget è una di noi che ce l’ha fatta.
Insieme alla nevrotica trentenne inglese, ce l’ha fatta la sua interprete, ancora bellissima: a 51 anni, Renée Zellweger ha appena vinto un Oscar come miglior attrice e adesso… è così! Una donna ancora molto attraente e affascinante, anche e qualcuno ha trovato il suo volto poco naturale e “riempito” in punti strategici dal filler.
Quando la scelta per il ruolo ricadde sulla giovane attrice americana, coetanea del personaggio, in molti storsero il naso perché, non essendo inglese, non sarebbe entrata appieno nel ruolo, per il quale era stata presa in considerazione anche Kate Winslet. Renée volò a Londra e prese lezioni di dizione in modo che il suo accento diventasse il più british possibile. Ma non fu l’unico cambiamento che dovette affrontare. Magrissima per costituzione, infatti, ingrassò 12 chili per dare l’idea di trascuratezza considerata imprescindibile per il personaggio e vi riuscì con una dieta a base di panini al burro di arachidi, pizze, hamburger e bibite gassate. Dovette poi perderli velocemente per girare un altro film White Oleander: questo effetto yo-yo le causò problemi di salute per cui chiese di non doverlo rifare per il seguito della storia.
Il film lanciò la carriera di Renée Zellweger, regalandole la sua prima candidatura all’Oscar nel 2002, seguita l’anno successivo da quella per Chicago. La preziosa statuetta arrivò nel 2004, quando vinse come miglior attrice non protagonista per Ritorno a Cold Mountain mentre nel 2020 è arrivata la consacrazione: l’Oscar come miglior attrice protagonista per Judy, il biopic su Judy Garland.
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