Tlc, Beppe Grillo: Open Fiber ha fallito, ci vuole rete unica. Così il fondatore dei 5Stelle in un post pubblicato sul suo blog
Beppe Grillo sul suo blog parla di rete unica, digitalizzazione e fibra nel nostro Paese. “Siamo costretti a registrare a distanza di anni il completo fallimento dell’esperimento “Open Fiber”, società che avrebbe dovuto spingere la digitalizzazione e lo sviluppo della fibra in tutta Italia. Le aree bianche, quelle su cui per intenderci nessuno voleva investire per dotarle di una rete all’altezza del resto del Paese, continuano a essere arretrate come il terzo mondo dal momento che Open Fiber, dopo essersi accaparrata bandi e relativi soldi pubblici, ha fallito miseramente registrando ritardi ormai incolmabili“.
Grillo prosegue raccontando che “anni fa, sempre parlando della rete delle telecomunicazioni, scrissi che non poteva esistere un vero mercato se chi possedeva la rete erogava anche i servizi (per intenderci Telecom)”.
Il leader pentastellato continua dicendo: “Arrivai alla conclusione che la rete dovesse rimanere in mani pubbliche o, almeno, essere soggetta al controllo dello Stato con una partecipazione rilevante. Visto quello che è successo con Open Fiber che, tramite i suoi azionisti Enel e CdP (entrambe società controllate dal MEF), avrebbe dovuto realizzare questo obiettivo di azione pubblica sulla rete, mi sento di dire che il male minore, in questo momento difficile per il Paese, può essere quello di avere un’unica infrastruttura, anche privata ma aperta a tutti, purché sia in grado di fare gli investimenti necessari a colmare una volta per tutte il gap tecnologico che abbiamo rispetto agli altri“.
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Al fine di evitare ancora ritardi ed errori, Grillo propone tre modi di procedere. “A mio parere il perno è Cassa Depositi e Prestiti”, spiega il fondatore M5s, “che pur essendo un soggetto finanziario, avrebbe la capacità di scegliere un management all’altezza per arrivare a una fusione in un soggetto unico. Bisogna cambiare subito l’amministratrice delegata di Open Fiber. Non all’altezza. E nominare una persona che inizi a lavorare alla fusione con Tim”. Poi “fare entrare Cdp in Tim con un’ulteriore cifra del capitale che deve essere pari a quella di Bollorè (circa il 25%)“.
Grillo chiosa dicendo che dato che “le azioni Tim sono ai minimi storici (circa 0,7), dalla posizione di forza di Cdp, proporre ai francesi di vendere. A quel punto avremmo la maggioranza di Tim per avviare la creazione di un’unica società integrata Rete Mobile, 5G, banda ultralarga“.