Tra le misure che potrebbero rientrare nel progetto di rilancio che ha preso forma nel corso degli Stati generali dell’economia anche il taglio dell’iva.
Nel corso degli Stati generali si è dibattuto, si è espresso, si è taciuto ma al centro del processo di comprensione sempre un argomento, l’economia e un grande dubbio: l’iva. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha parlato dell’ipotesi taglio: la misura, ha però poi precisato il premier nella conferenza stampa conclusiva, è al momento solo un’ipotesi, anche perché si tratta di una misura «costosa», che va valutata attentamente anche perché proprio l’Italia è tra i paesi europei ad aver speso di più contro la pandemia del coronavirus. C’è grande tensione nell’attesa di capire quale sarà la strada migliore da seguire. Il taglio dell’iva piace molto al Movimento 5 Stelle, molto meno al Pd. Il ministero dell’Economia è prudente: in settimana verranno fatte simulazioni per capire la fattibilità dell’intervento che potrebbe arrivare a tagliare di dieci punti l’aliquota massima del 22%. Con un costo che, a seconda delle soluzioni adottate, va da 4 a 10 miliardi. La soluzione si è resa necessaria per permettere quel clima di fiducia che promuoverebbe la ripresa dei consumi.
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L’idea non è una prerogativa italiana ma arriva dalla Germania, dove un maxi piano da 130 miliardi lanciato dalla cancelliera Angela Merkel per far fronte alla crisi, ha previsto anche la riduzione dell’Iva (dal 19 al 16% per l’aliquota più alta e dal 7 al 5% per quella più bassa) per sei mesi a partire dal 1° luglio. Castelli ha raccontato il piano in un’intervista a Repubblica, proponendo un taglio selettivo e mirato. «Dobbiamo intervenire sui settori che sono stati maggiormente colpiti da questa crisi – ha detto la viceministra dell’Economia – penso a tutta la filiera del turismo e della ristorazione, in primis. Ma anche all’artigianato, all’abbigliamento e all’automobile. Un’operazione che va legata al cashless, per far ripartire l’economia». L’Iva, imposta sul valore aggiunto, ha oggi un’aliquota ordinaria del 22% della base imponibile.
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