A Minneapolis ha avuto luogo una sparatoria nella notte che ha portato alla morte di una persona. Altri 11 i feriti. Gli autori dell’attacco sono stati due soggetti a piedi. Nessun ferito è in pericolo di vita.
E’ quanto avvenuto a Minneapolis, la città che di recente è stata al centro dell’attenzione mediatica a seguito della morte dell’afroamericano George Floyd per mano di quattro agenti. A riferire della sparatoria è stata la stessa polizia di Minneapolis, che però non ha fornito ulteriori dettagli. Tutto quello che si sa è che ad aprire il fuoco sono stati due individui a piedi. I due avrebbero causato la morte di una persona e ferito altre 11 persone. Nessuno di loro, però, sembra essere in pericolo di vita. Nel frattempo le morti violente in America aumentano sempre più. A Seattle, infatti, ha avuto luogo un’altra sparatoria che ha tolto la vita a Lorenzo, 19 anni. Stando a quanto riportato dalla polizia “una folla violenta” avrebbe impedito l’arrivo degli agenti nella zona occupata di Seattle, la Chop Zone, luogo della sparatoria.
L’area è ormai occupata da 12 giorni dai manifestanti che protestano per la morte di FLoyd, ed è stata dichiarata “senza polizia”. Al momento dell’aggressione, si è cercato di richiedere immediatamente il soccorso della polizia, che però afferma: “Una folla violenta impediva un accesso sicuro alle persone rimaste colpite”. Il ragazzo di 19 anni è poi morto in ospedale. Una seconda persona è rimasta gravemente ferita. Difficile dire se si tratti di atti di violenza legati alla morte di George Floyd. In un video riportato dai Rai News, un testimone racconta di aver visto una persona armata di coltello, un diverbio e poi sette spari.
Nel frattempo è arrivato anche l’intervento politico del sindaco di Seattle, Jenny Durkan, e del governatore Jay Inslee. Entrambi si sono posti a difesa della “zona autonoma”, cercando di proteggerla dalle parole di Trump, che ha affermato: “Probabilmente è meglio per noi assistere a quel disastro, lasciamo che la gente veda quello che la sinistra radicale democratica farà al nostro Paese”. Su questo punto è intervenuto il governatore Inslee: ciò che accadrà alla Chop Zone dipenderà unicamente dai suoi abitanti. Nel frattempo, Inslee si impegnerà per offrire il suo supporto, ma “chiaramente bisogna trovare un modo di fornire adeguata protezione da parte di polizia e e vigili del fuoco in tutto lo Stato di Washington, compresa quella zona”.
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