Fca non avrà vincoli in merito alla cedola da 5 miliardi e mezzo, legata alla fusione con i francesi di Psa. La società della famiglia Elkann dovrà evitare la delocalizzazione e incentivare l’occupazione fino al 2023.
Arrivano le condizioni che sono state stabilite per il maxi prestito che verrà elargito a Fca. I 6 miliardi e 300 milioni di euro che la società di proprietà della famiglia Elkann otterrà attraverso Intesa Sanpaolo passerà attraverso alcuni paletti, che i vertici del gruppo dovranno rispettare. Si tratta di vere e proprie condizioni da non poter evadere, per poter godere fino in fondo di questa vera e propria cascata di miliardi sulla testa del gruppo Fca. Denaro che dovrà essere speso, quasi nella sua interezza, in investimenti da effettuare proprio nel nostro Paese.
Tra le condizioni poste nei confronti di Fca, infatti, è previsto un investimento in Italia per 5 miliardi e 200 milioni di euro. A questi ne vanno aggiunti altri 200 milioni, che il gruppo dovrà investire in più per lo stabilimento di Melfi. Si tratta di un’aggiunta rispetto ai programmi originari che erano stati stilati proprio dal gruppo Fca. Inoltre, secondo gli impegni che Sace ha individuato per porli come condizioni nell’accordo per il maxi prestito, c’è anche la necessità di evitare eventuali delocalizzazioni da parte del gruppo della famiglia Elkann.
A queste condizioni va aggiunta forse la più importante per il tessuto lavorativo del nostro Paese. Fca, infatti, dovrà impegnarsi nella piena occupazione e nell’incorporamento degli organici dei vari stabilimenti aperti. Questa condizione durerà fino al 31 dicembre del 2023 e andrà rispettata in maniera ferrea. Inoltre non è previsto alcuno stacco del dividendo per tutto il 2020. Sace ha dunque stabilito questa serie di paletti durante l’istruttoria e ora questi verranno inseriti nel contratto di finanziamento con Intesa Sanpaolo, che sarà l’istituto che erogherà gli oltre 6 miliardi.
Il prossimo passo per far sì che tutto diventi reale e ufficiale, sarà un passaggio presso il ministero dell’Economia. Sarà infatti il ministro Roberto Gualtieri a mettere nero su bianco su un decreto che consentirà a Intesa Sanpaolo di erogare questi 6 miliardi e 300 milioni all’indirizzo di Fca. Si aggiungeranno a questa task force anche il ministero dello Sviluppo economico e i vertici di Sace, che si incaricherà di supportare questo finanziamento all’80% del proprio importo. A beneficiare di questo prestito saranno Fca Italy e altre società del gruppo Fca che hanno sede legale in Italia.
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Nell’accordo non sono previsti ulteriori vincoli legati alla fusione con la francese Psa entro il primo trimestre del prossimo anno. Dunque sarà possibile staccare la cedola straordinaria da oltre 5 miliardi proprio nel 2021, in quanto compatibile con il decreto Salva Italia. Si stima che 800 milioni riguarderanno i costi del personale degli stabilimenti italiani. Quattro miliardi e mezzo andranno al circolante, con il pagamento di ben 10mila fornitori, mentre un altro miliardo verrà investito da Fca per ricerca e sviluppo. Inoltre non è previsto lo spostamento all’estero della produzione di nuovi veicoli previsti dai piani aziendali recenti.
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