Dopo il radicale cambiamento di impostazione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha comunicato rispetto la guarigione da Covid 19, il ministro Speranza chiede certezze.
Dopo i radicali cambiamenti di orientamento che l’Oms ha espresso rispetto alla certificazione di guarigione dal Covid 19, il ministero della Sanità corre ai ripari. Il ministro Speranza ha infatti comunicato che le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dovranno essere approfondite dal Comitato Tecnico Scentifico (Cts) del ministero della Salute in quando potrebbero incidere sulle disposizioni in vigore in Italia. “Le nuove linee guida dell’Oms relative alla modalità di certificazione della guarigione – ha scritto Speranza al Cts – segnano un cambiamento che può incidere significativamente sulle disposizioni finora adottate e vigenti nel nostro Paese. Chiedo – ha aggiunto nella lettera innviata al Comitato – di poter affrontare il delicato tema nel Cts, fermo restando il principio di massima precauzione che ci ha guidato finora”.
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Ma in cosa consistono i cambiamenti contenuti nelle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per il rilascio dall’isolamento dei pazienti che hanno contratto l’infezione da nuovo coronavirus? Non serviranno più necessariamente due tamponi negativi a distanza di almeno 24 ore, oltre alla guarigione clinica. Le linee guida provvisorie dell’Oms aggiornate il 27 maggio prevedono che bastino tre giorni senza sintomi: inclusi febbre e problemi respiratori. “I criteri aggiornati – specifica l’Oms – riflettono i recenti risultati secondo cui i pazienti i cui sintomi si sono risolti possono ancora risultare positivi per il virus SarsCoV2 mediante tampone RT-PCR per molte settimane. Nonostante questo risultato positivo del test, è improbabile che siano infettivi e pertanto che siano in grado di trasmettere il virus a un’altra persona”. Secondo il documento dell’Oms i criteri per la dimissione di pazienti dall’isolamento senza necessità di ripetere il test sono i seguenti: per i pazienti sintomatici, 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni aggiuntivi senza sintomi (inclusi febbre e sintomi respiratori). Per i casi asintomatici: 10 giorni dopo il test positivo per SarsCov2. L’Oms fornisce anche degli esempi: “Se un paziente ha avuto sintomi per due giorni, potrebbe essere esentato dall’isolamento dopo 10 giorni più 3, pari a 13 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; un paziente con sintomi per 14 giorni, può essere dimesso (14 giorni più 3 giorni, pari a 17 giorni dopo la data di insorgenza dei sintomi; con sintomi per 30 giorni, il paziente può essere dimesso (30 giorni più 3 , quindi 33 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi)”. Nel documento si legge inoltre che i Paesi possono scegliere di continuare a considerare il risultato dei test fra gli elementi per i criteri di rilascio. In tal caso, è possibile utilizzare la raccomandazione iniziale di “due test negativi basati a distanza di almeno 24 ore”. La decisione di modificare le linee guida e’ stata presa considerando che il virus attivo non risulta presente, se non raramente, nei campioni respiratori dei pazienti dopo 9 giorni dall’insorgenza dei sintomi, in particolare nei casi di infezione lieve di solito accompagnati da livelli crescenti di anticorpi neutralizzanti e dalla risoluzione dei sintomi.