Coronavirus, Luca Ricolfi “Gli ultimi dati non sono rassicuranti”

In un’intervista il sociologo Luca Ricolfi cerca di far luce sulla situazione dei contagi e sul perché alcune province non riescono ad arrestare i casi

In un’intervista a Luca Ricolfi, sociologo e Professore di Analisi dei Dati all’Università di Torino, emerge che la situazione dei contagi non appare rassicurante. Secondo le analisi della Protezione Civile, 15 province mostrano segnali di ripresa mentre in 7 la curva dei contagi fatica a scendere. Trovare una versione dei fatti più certa rispetto alle altre è quasi impossibile e sul fatto che i nuovi positivi non siano contagiosi, esistono troppe interpretazioni a riguardo. Il sociologo Ricolfi ritiene che analizzando il dato nazionale è difficile rendersi conto della situazione poiché si tratta di una media delle curve delle varie zone. Andando invece nel dettaglio, ci si rende conto che in alcune province la curva epidemica torna a salire. Le province in questione sono otto in Lombardia, e fra queste anche Milano, mentre le altre sette in diverse regione del Nord e Centro: Alessandria, Vercelli, Bologna, Arezzo, Rieti, Roma e Macerata.

Il Turismo tra le cause

Il governo sta facendo di tutto per poter salvare il turismo ma chiudere le attività in ritardo ha comportato dei problemi e adesso, si rischia il ritorno di una nuova epidemia. Se si avesse la possibilità di accedere ai dati comunali si scoprirebbero le curve di risalita. Ad esempio l’aumento dei contagiati in una provincia potrebbe essere concentrato solo in alcuni comuni e in quel caso, non sarebbe necessario chiudere tutta la provincia o addirittura la regione. Dai dati è emerso inoltre che ha provocato meno danni la riapertura delle attività commerciali a maggio rispetto a quelle ricreative di giugno.

Finché la situazione è stata tenuta sotto controllo con scuole chiuse, locali in stand by e maggior controllo nei trasporti, tutto ha rallentato la propria corsa. Ora con le belle giornate la vita è tornata quasi alla normalità. I ragazzi escono normalmente e affollano i bar, le spiagge sono aperte così come i parchi o i luoghi della “movida”. E’ ricominciato il calcio e gli sport più popolari.

La situazione sanitaria

Il governo un pochino si è rilassato e ha rallentato le comunicazioni utili per uscire e soprattutto per prevenire. Gli errori sono stati fatto chiudendo troppo tardi, ma il premier è soddisfatto, purtroppo, delle sue scelte ed è convinto che se tornasse indietro rifarebbe tutto. Da una parte gli italiani sono invitati a seguire le regole, ad indossare le mascherine e rispettare la distanza, ma dall’altra c’è la possibilità che si chiuda un occhio in caso di “rilassamento”. Ormai locali, mezzi pubblici e aerei, non mantengono le distanze e automaticamente la gente è portata a credere che sia tutto finito. Non è così. Con il rilancio del turismo la politica ha fatto una scelta: “meglio annacquare la verità se no la macchina dei consumi non riparte”.

Esposti al Virus

In merito ai nuovi focolai di Roma a Garbatella e al San Raffaele, il sociologo afferma che ciò che ha detto il prof. Crisanti è pura verità. “Stiamo perdendo l’occasione di debellare il virus, e che così facendo esponiamo l’Italia al rischio di una seconda ondata epidemica in autunno”. E’ importante approfittare di un periodo di debolezza del virus, come può essere in estate; con l’arrivo del freddo sarà troppo tardi fermarlo. Sulla verità dei dati Ricolfi sostiene che quelli forniti dalla Protezione Civile siano pessimi, ma proprio per questo era necessaria maggiore attenzione e migliore spiegazione. Spesso il numero dei guariti o dimessi veniva presentata come una buona notizia, ma in realtà era l’opposto. Questo perché se il numero dei ricoverati rimane costante, significa che i guariti sono stati sostituiti da nuovi casi: un numero alto di guariti equivale a un alto numero di ingressi.

Differenza tra Italia e gli altri Paesi

La curva dell’Italia rispetto agli altri Paesi occidentali è molto diversa. Gli unici che ne hanno simile sono Stati Uniti, che hanno però un picco più basso, e Regno Unito, che ha il profilo quasi identico all’Italia. La cosa che potrebbero avere in comune è il governo populista. E in questo periodo di pandemia si è appreso che un governo di questo genere tende a negare la verità, a tardare nel prenderne atto e rassegnarsi al lockdown troppo tardi. Attualmente per sostenere il turismo, si mettono a rischio i sacrifici fatti con possibile nuova ondata e altri morti e, darebbe il colpo di grazia all’economia.

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