Il segretario di Aera ed ex presidente dell’Anm, il pm romano Eugenio Albamonte, ha deciso di querelare Luca Palamara, ex presidente dell’associazione magistrati. Ad annunciarlo è stato l’avvocato Paolo Galdieri.
E’ Paolo Galdieri, l’avvocato del pm romano Eugenio Albamonte, a spiegare il perché della querela ai danni di Palamara. Il segretario di Aera ed ex presidente dell’Anm ha deciso di procedere con un’azione legale nei confronti dell’ex presidente dell’associazione magistrati, espulso recentemente. L’avvocato Galdieri spiega: “Palamara in una serie di interviste rese oggi lo ha diffamato parlando di fatti mai avvenuti, in particolare di non meglio precisate cene tra il mio assistito e l’onorevole Donatella Ferranti, già presidente della commissione Giustizia della Camera, nelle quali si sarebbe discusso della nomina del vicepresidente del Csm David Ermini e delle nomine di avvocati generali della Cassazione”. A difendere Palamara gli avvocati Benedetto e Mariano Marzocchi Buratti, per i quali non sussisterebbe il reato di diffamazione: “Non vediamo cosa ci sia di diffamatorio nelle dichiarazioni del nostro assistito. Sarà comunque un’occasione di chiarimento. Piuttosto ci si dovrebbe seriamente interrogare sul trattamento ricevuto da Palamara, privato di difesa e di come il trojan inoculato non abbia carpito nulla di penalmente rilevante”.
La situazione è degenerata quando lo stesso Palamara ha chiesto all’Anm di essere accolto per chiarire la vicenda, ricevendo un no da parte dell’associazione e l’espulsione dall’Anm. La giunta dell’Associazione nazionale magistrati ha poi ribadito: “Quando dice che non ha avuto spazio per difendersi, Palamara mente e cerca ora di ingannare l’opinione pubblica con una mistificazione dei fatti”. Poi ancora: “Le regole si rispettano anche quando non fanno comodo”. Nel frattempo, infatti, l’espulso Palamara è passato all’attacco commentando: “Non farò il capro espiatorio“. In un’intervista alla Repubblica aveva anche affermato: “Trovo fisiologico che chi ha determinate cariche rappresentative nella magistratura interloquisca con la politica. Ma trovo meno condivisibile che ci siano procuratori della Repubblica che vadano a cena con i politici”. Procuratori tra i quali Palamara lascia intravedere anche il nome di Albamonte.
La giunta guidata da Luca Poniz ha risposto a tono, in maniera durissima: “Un Giudice dovrebbe essere in grado di leggere lo Statuto di una associazione. Ancora di più quando ne è stato Presidente. Il dott. Palamara non è stato sentito dal CDC semplicemente perché lo Statuto non lo prevede. Non vi sono altre ragioni. Quando dice che non ha avuto spazio per difendersi Palamara mente: è stato sentito dai probiviri e in tutta la procedura disciplinare non hai mai preso una posizione in merito agli incontri con consiglieri del Csm, parlamentari e imputati. E, come lui, gli altri incolpati”. Poi ancora: Palamara “cerca ora di ingannare l’opinione pubblica con una mistificazione dei fatti: la contestazione riguardava gli incontri notturni all’hotel Champagne e l’interferenza illecita nell’attività consiliare, fatti purtroppo veri, e per questo sanzionati”.
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