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Cronaca

Bufera procure, Anm attacca Palamara: basta mistificazioni

Luca Palamara è stato esplulso dall’Anm “perché ha violato il codice etico”. Palamara attacca: “Espulso da chi mi chiedeva aiuto”. L’Anm ribadisce: basta degenerazioni e basta mistificazioni.

(Foto di Andreas Solaro, da Getty Images)

L’Associazione nazionale magistrati ha preso la sua decisione nei confronti di Luca Palamara: il pm, indagato a Perugia per corruzione, va espulso a causa di gravi e reiterate violazioni del codice etico. Un provvedimento duro, unico nel suo genere. Un’espulsione che si aggiunge a un’ulteriore decisione tranchant, mirata a tagliare ogni rapporto: il Comitato direttivo centrale dell’Anm ha respinto in maniera unanime la richiesta di Palamara di esser ascoltato. La motivazione fornita dal Comitato sarebbe legata a vincoli normativi. Un’audizione di questo tipo non è prevista dallo statuto dell’Anm. Palamara potrebbe tenere un incontro solo davanti al collegio dei probiviri, un’opzione che Palamara non ha mai realizzato fino a questo momento. Ora il pm romano attacca: “Oggi sono venuto qui perché la considero la mia casa, per un dovere di chiarimento, ma mi è stato negato il diritto di parlare e di potermi difendere, nemmeno con l’Inquisizione accadeva. Il diritto di parola deve essere riconosciuto a tutti, quanto accaduto stride con la storia dell’Anm”. E ancora: “Espulso da chi mi chiedeva aiuto. Ognuno aveva qualcosa da chiedere, anche chi oggi si strappa le vesti. Penso ad alcuni componenti del collegio dei probiviri che oggi chiedono la mia espulsione, oppure a quelli che ricoprono ruoli di vertice all’interno del gruppo di Unicost, o addirittura ad alcuni di quelli che siedono nell’attuale Comitato direttivo centrale e che hanno rimosso il ricordo delle loro cene e dei loro incontri con i responsabili Giustizia dei partiti di riferimento”.

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Così Palamara scrive direttamente al presidente e al comitato direttivo centrale dell’Anm, affermando: “Non farò il capro espiatorio“. La giunta guidata da Luca Poniz ha risposto a tono, in maniera durissima: “Un Giudice dovrebbe essere in grado di leggere lo Statuto di una associazione. Ancora di più quando ne è stato Presidente.  Il dott. Palamara non è stato sentito dal CDC semplicemente perché lo Statuto non lo prevede. Non vi sono altre ragioni. Quando dice che non ha avuto spazio per difendersi Palamara mente: è stato sentito dai probiviri e in tutta la procedura disciplinare non hai mai preso una posizione in merito agli incontri con consiglieri del Csm, parlamentari e imputati. E, come lui, gli altri incolpati”. Poi ancora: Palamara “cerca ora di ingannare l’opinione pubblica con una mistificazione dei fatti: la contestazione riguardava gli incontri notturni all’hotel Champagne e l’interferenza illecita nell’attività consiliare, fatti purtroppo veri, e per questo sanzionati”.

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E in genere, a proposito di Palamara presentato come presunto capro espiatorio, l’Anm risponde senza troppi giri di parole: “Oggi non abbiamo bisogno di capri espiatori, abbiamo bisogno di riprendere il ragionamento sul retroterra dei comportamenti oggetto di incolpazione, di tornare a prendere coscienza della diffusività di comportamenti che dimostrano un modo distorto di formazione del consenso in magistratura, non intorno ad idee e valori, ma sulla base di interessi strettamente individuali, su impropri rapporti tra consiglieri o esponenti di correnti e magistrati aspiranti ad un incarico”. E’ quanto affermato dal segretario dell’Anm, Giuliano Caputo. Poi Caputo ha aggiunto: “Definito il procedimento dai probiviri è necessario tornare a indicare proposte concrete e realmente incisive che costituiscano effettivo presidio perché quelle diffuse degenerazioni non si ripetano mai più”. Sul tema è intervenuto anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha sottolineato l’importanza della riforma del Csm. Stando a quanto riportato da Rai News, Bonafedere avrebbe espresso il proprio rispetto nei confronti del percorso di rinnovo dell’Anm. Ma “la vera rivoluzione” sarà rappresentata dalla riforma del Csm.

 

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