Oggi alle 15, a Longarone, si è tenuto il funerale di Silvia Doriguzzi, la ragazza annegata nel Garda a 19 anni. Grande commozione per la lettera del padre.
Aveva solo 19 anni Silvia Doriguzzi. Se l’è portata via l’acqua del Lago di Garda, nel quale è affogata qualche giorno fa. Quella sera Silvia, originaria del Bellunese, aveva deciso di festeggiare insieme ad alcuni amici. Un bicchiere di troppo, la distrazione e l’euforia del momento sono stati i complici impietosi di una terribile tragedia. Silvia si è tuffata nelle acque del Garda e ha battuto la testa. A notare che la ragazza non riemergeva dal lago è stato un agente della Polizia di Villafranca di Verona. L’uomo ha subito allertato i Carabinieri di Peschiera, che hanno cominciato a cercare la ragazza. Dopo alcuni minuti Silvia è stata trovata priva di sensi sotto ad un pontile. Ma era già troppo tardi. La ragazza è morta poco dopo in ospedale.
Alle 15 di oggi, Longarone, comune del Bellunese dove abitava Silvia, ha salutato per l’ultima volta la 19enne. Accanto alla bara bianca della ragazza c’era suo padre, Luca Doriguzzi Zordanin, membro del soccorso alpino del Cadore. Durante il funerale papà Luca ha salutato la figlia con una dolce e accorata lettera d’addio, che è stata condivisa via social.
“Silvia mia, mia vita, voglio scrivere queste parole perché te lo devo come papà”. Così comincia lo struggente messaggio di un padre che non potrà mai più riabbracciare sua figlia. Papà Luca ricorda con amore alcuni episodi dell’infanzia di Silvia, li commenta con nostalgia e commozione, li fa vivere nell’intimo di tutti i presenti al funerale.
“Una cosa su tutte è che, rispetto ad altri bambini tuoi coetanei, vedevo che non avevi mai pretese, nessun Mi prendi questo gioco o Mi piace quello, Voglio.., tanto che ti portavo nei negozi di giocattoli e dovevo quasi convincerti a prendere qualcosa” – racconta. E prosegue: “Pensando ora ai ricordi del passato mi sovviene un episodio particolare: una notte che eri a casa con me ho ricevuto una chiamata per un soccorso. Ti ho svegliata nel cuore della notte e ti ho portata dalla nonna; tutto di corsa, tutto un trambusto per prendere lo zaino e mettermi gli scarponi, ti ho raccolta dal letto per portarti di sotto nel lettino che avevi a casa dei nonni. Tu piangevi perché avevi capito che in me c’ era tensione per l’ imminente intervento e mi hai chiesto: Papà, perché mi lasci qua così di corsa?, ed io ti ho risposto che dovevo andare perché qualcuno aveva bisogno di me. E la tua risposta è stata: Ho capito, io sto bene e adesso vai, quando ritorni staremo assieme”.
Nelle parole di Luca Doriguzzi rivivono la generosità e l’altruismo di Silvia, prendono forma dei ricordi intimi che il padre ha voluto condividere con i presenti per rendere più vivo il ricordo della ragazza scomparsa . “Piccola mia, non poterti più stringere e non poter più parlare con te sarà il mio Everest ma in cuor mio so che ci sei, sei qua con me ogni momento e so che mi guiderai per la retta via; ti sento attorno ogni secondo, sento il tuo profumo ovunque”. Questa la conclusione del messaggio di papà Luca alla sua piccola Silvia. E chissà che queste parole possano raggiungere anche lei, come un ultimo, affettuoso abbraccio.
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