Il caso Regeni continua ad essere centrale nei rapporti tra Italia ed Egitto: lo assicura il premier Conte, che fa il punto sugli sviluppi del drammatico caso.
“A poco più di 4 anni dalla barbara uccisione di Giulio l’Italia tutta, le sue istituzioni, la pubblica opinione continuano ad attribuire priorità alla ricerca della verità sulla sua morte. Nessuno deve dubitare, non abbiamo mai smesso di sollecitare all’Egitto progressi nell’identificazione dei responsabili dell’efferato delitto. Il Governo non ha mai lesinato sforzi ed impegno, è sempre stato in cima nei miei colloqui con il presidente al Sisi”. Sono queste le parole con cui il premier Giuseppe Conte ha introdotto la sua relazione alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. “Ogni mia interlocuzione con Al Sisi è partita da un semplice quanto inevitabile assunto: i nostri rapporti bilaterali non potranno svillupparsi a pieno” se non si farà luce sul “barbaro assassinio di Giulio Regeni e non si assicureranno alla giustizia i suoi assassini” ha aggiunto Conte. “Ho detto che non sarà mai possibile una visita di stato, con tutti gli onori, in Egitto, fino a quando non riusciremo a compiere significativi passi avanti in questa direzione. Mi è stata prospettata l’inaugurazione dell’università del Cairo. Ho sempre prospettato remore dicendo che fino a quando non ci sarà accertamento della verità non potremo pretermettere questo aspetto” ha sottolineato il premier. “La cooperazione giudiziaria tra le due procure ha dato segni di una certa ripresa dopo la nomina del nuova procuratore egiziano” ha poi aggiunto Giuseppe Conte.
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“Io ho incontrato 6-7 volte al Sisi. Parlare guardandosi negli occhi ed esprimendo tutto il rammarico vis a vis non ha portato a risultati, non sono stato capace. L’ho detto alla famiglia Regeni quando l’ho incontrata. Loro erano dispiaciuti del fatto che con la rappresentanza diplomatica al Cairo non ottenessimo risultati, io ho detto loro che se la devono prendere con me che incontro al Sisi. Se c’è incapacità di raggiungere risultati maggiori lo potete imputare a me direttamente” ha aggiunto il premier Giuseppe Conte alla Commissione parlamentare d’inchiesta. Fonti egiziane, pur senza voler commentare la lettera sul caso di Giulio Regeni inviata dal ministro degli Esteri Luigi di Maio al collega egiziano Sameh Shoukry, hanno ricordato l’impegno del Cairo a trovare la verità sull’uccisione del giovane ricercatore friulano attraverso una cooperazione giudiziaria con l’Italia. “C’è un impegno egiziano a lavorare per raggiungere la verità circa il caso del signor Regeni: questo è un impegno che è stato dichiarato più e più volte e che la parte egiziana prende sul serio” avrebbero dichiarato fonti istituzionali egiziane alle agenzie di stampa italiane: “Non c’è motivo di politicizzare tale questione o aprire la porta a controversie” sostengono dal Cairo, aggiungendo: “C’è bisogno di dare adeguato spazio al competente percorso giudiziario di Italia ed Egitto per lavorare e cooperare insieme al fine di giungere alla verità”. “Non è un segreto che si spera che molto presto ci sia un incontro fra gli inquirenti delle due parti, Italia ed Egitto” avrebbero aggiunto, “siamo fiduciosi che questa collaborazione continuerà”.