Recovery Fund, fumata nera nel vertice di Bruxelles: si rischia il ribasso

Non c’è stato un consenso unanime sulla proposta della commissione sul Recovery Fund. Nelle prossime settimane ripartirà il negoziato sulla base di un nuovo compromesso.

recovery fund conte von der leyen

Non c’è ancora l’accordo totale per la distribuzione del tanto atteso Recovery Fund. La riunione che si è svolta ieri presso l’apposita commissione in quel di Bruxelles, infatti, ha portato a una fumata nera. Una situazione che non lascia ben sperare sulla distribuzione in breve tempo di questo provvedimento, che riguarda in prima istanza proprio l’Italia. Tanto che, stando a una fonte raccolta stamani sul Corriere della Sera, si cercherà nei prossimi giorni di accelerare nuovamente i tempi. Tanto che la prossima settimana vedrà ancora una volta un incontro in commissione.

Si prevede, infatti, la disposizione di un nuovo compromesso, sulla cui base inizieranno nuovamente i negoziati. Bisognerà attendere ancora qualche giorno, visto che alcuni Paesi membri dell’Unione Europea avrebbero alzato un muro contro la proposta legata al Recovery Fund, fatta dal presidente della commissione Ursula von der Leyen. In particolare, sono Svezia, Finlandia e la solita Olanda a opporsi a questo provvedimento così esoso per le casse dell’Unione Europea. Per questo motivo è lecito credere che gli oltre 170 miliardi previsti per il nostro Paese potrebbero subire una netta stretta.

Messo ancora in dubbio il piano della von der Leyen – meteoweek.com

I motivi sono molteplici e, purtroppo, tutti validi. In primis il fatto che il volume totale del Recovery Fund è considerato troppo alto. Tanto che i 750 miliardi previsti e proposti dall’esecutivo dell’Unione Europea potrebbero scendere, e neanche di poco. Anche il rapporto tra versamenti a fondo perduto e prestiti (rispettivamente 500 e 250 miliardi) rischia di cambiare. E poi, in particolare secondo l’opinione dei tre Paesi oppositori, il fatto che l’Italia riceva quasi un quarto della cifra totale non trova il favore proprio di Olanda e delle due nazioni scandinave. E oggi, nel summit previsto a Bruxelles, si preannuncia battaglia.

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Tra le altre cose, emerge anche la posizione piuttosto netta da parte dei cosiddetti Paesi frugali. Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia sostengono che il Recovery Fund debba contenere delle condizioni più rigide nell’assegnazione dei fondi e nella restituzione della parte in prestito. Di contro il Governo italiano ritiene già abbastanza rigido il provvedimento, che prevede fino a quattro mesi per l’esame delle riforme. Dunque il premier Conte, insieme agli altri colleghi favorevoli all’attuale statuto del Recovery Fund, dovranno lottare in maniera strenua per avere ragione e ottenere i tanto attesi fondi.

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