Non c’è solo Via Col Vento. Ecco quali sono, secondo il magazine americano Variety, gli altri dieci film che meriterebbero di essere visti con occhi diversi, per via dei loro contenuti “problematici”.
Come ormai sapete, Via Col Vento è stato temporaneamente rimosso dal catalogo HBO Max dopo le polemiche sui suoi contenuti razzisti. Ma adesso il celebre magazine americano Variety elenca altri dieci film che, potenzialmente, dovrebbero ricevere lo stesso trattamento: ovvero rimozione e aggiunta di un disclaimer che possa aiutare gli spettatori a comprenderne meglio il contesto e la rappresentazione della società.
Ispettore Callaghan: Il caso Scorpio è tuo
Il film del 1971 diretto da Don Siegel viene considerato problematico perché mostra dei poliziotti che compiono il loro lavoro seguendo principalmente il proprio istinto invece che la legge. Il poliziesco con Clint Eastwood prende in giro i giudici liberali e, secondo la testata statunitense, ridicolizza chi accusa la polizia di utilizzare comportamenti brutali.
Forrest Gump
Anche il film con Tom Hanks, da sempre lodato per il modo in cui mette in scena, con sensibilità ed ironia, le persone disabili, i veterani del Vietnam e i malati di Aids, è entrato nella “black list” di Variety a causa della sua ostilità “nei confronti di chi protesta, degli attivisti e della controcultura”. Inoltre lo stesso protagonista, Nathan Bedford Forrest, ha ereditato il nome del nonno, leader del Ku Klux Klan.
Indiana Jones e il tempio maledetto
Secondo il giornalista di Variety, anche il film di Spielberg del 1984 avrebbe bisogno di un “disclaimer” che specifichi meglio la caratterizzazione degli antagonisti principali, descritti come “primitivi e stranieri assetati di sangue”, mettendo in scena un affresco negativo e stereotipato dell’India e delle tradizioni indù.
Io prima di te
Il recente film con Emilia Clarke e Sam Claflin viene descritto da Variety come totalmente “insensibile”, trattandosi di “una storia d’amore con protagonista un uomo che rimane paralizzato dopo un incidente”. Secondo Variety, il film addirittura veicolerebbe l’idea che il suicidio sia meglio rispetto ad una vita con una disabilità.
C’era una volta a… Hollywood
“Il film di Tarantino ha al centro due uomini bianchi di mezza età che provano nostalgia per la Hollywood del passato: in altre parole Make Hollywood Great Again”. Con queste parole il giornalista di Variety boccia il film anche per la controversa e macchiettistica rappresentazione di Bruce Lee e per il fatto che “le persone di colore sembrano non esistere, mentre i Messicani, come vengono chiamati nel film, sono tutti posteggiatori o cameriere”.
Quelle Due
Arrivato nelle sale nel 1961, portando sul grande schermo un testo teatrale dell’attivista Lillian Hellman, il film racconta la storia di due insegnanti, interpretate da Shirley MacLaine e Audrey Hepburn, che vengono accusate di avere una relazione omosessuale. Una delle due donne confessa tra le lacrime di provare un’attrazione per le donne e si toglie quindi la vita. Secondo Variety il film avrebbe gettato le basi per una rappresentazione negativa della comunità LGBT.
Sentieri Selvaggi
Il capolavoro diretto da John Ford e con protagonista John Wayne racconta di un veterano della Guerra Civile che va alla ricerca della nipote rapita dai Comanche. Il personaggio, secondo il magazine americano, è profondamente razzista e i nativi americani sono ritratti in modo troppo comico, come se fossero selvaggi.
Il silenzio degli innocenti
Neanche il film di Jonathan Demme è stato risparmiato. Il thriller del 1991 viene criticato per la rappresentazione di Buffalo Bill, che trasmette agli spettatori un messaggio piuttosto ambiguo sulla sua possibile transessualità.
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La taverna dell’allegria
Nel film del 1942, Bing Crosby, Joan Crawford, Judy Garland, Shirley Temple, Fred Astaire e Al Jolson, si esibiscono con il volto dipinto di nero.
True Lies
Il film con Arnold Schwarzenegger viene considerato controverso a causa della rappresentazione che veicola dei personaggi di origine araba, ritratti come fanatici religiosi e terroristi.