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Politica

Di Battista: “Nessun terremoto. Nemmeno se divento capo politico del M5S”

Dopo il confronto con i vertici del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista rassicura Beppe Grillo e parla già da leader.

Alessandro Di Battista

Una settimana complicata, quella di Alessandro Di Battista: prima l’attacco di Beppe Grillo ed il successivo scontro a suon di post e dichiarazioni, poi l’incontro notturno al Ministero della Giustizia con i vertici del partito. L’ex deputato, che ormai da anni non ha incarichi politici “ufficiali”, nel bene e nel male sembra essere molto centrale nella dialettica – forse un pò confusa – del Movimento 5 Stelle oggi.  “Sì è vero, Beppe è molto incavolato: pensa che io faccia terremoti ma non è quello il mio interesse e la mia parola conta” ha dichiarato proprio Di Battista ospite a Dritto e Rovescio, su Rete 4. “Beppe anche quando mi critica merita la mia riconoscenza. Non penso che se diventassi capo politico del M5s ci sarebbe chissà quale conseguenza” ha aggiunto, sottolineando tra le righe la sua candidatura al vertice del Movimento. La sua voglia di tornare definitivamente, e con un ruolo importante, è emerso anche dal tono dei suoi successivi interventi pubblici: “Il nome di Gianroberto viene ancora
infangato. Nemmeno da morto sanno rispettarlo. Si può (e si
deve) difenderlo con smentite, querele, prese di posizione”.
Così, ad esempio, in un post su Facebook ha voluto schierarsi a difesa del ricordo di Casaleggio, ripubblicando la lunga lettera scritta dopo il funerale: “Io lo difendo con questa cosa che scrissi anni fa” ha ribadito Di Battista che ieri aveva pubblicato un post (” Evviva Gianroberto e coraggio Davide!”) subito dopo la l’annuncio della querela depositata da Davide Casaleggio in seguito alla notizia dell’apertura, a Milano, di un fascicolo sui presunti fondi dal Venezuela.

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Beppe Grillo

Ma gli interventi di Alessandro Di Battista in questi giorni hanno toccato una molteplicità di temi: proprio come farebbe un leader, insomma: “Io sono preoccupato per l’Italia. Sono 30 anni che la classe media è colpita. Ho studiato gli effetti economici delle pandemie: oltre a quello sanitario c’è un effetto sulle diseguaglianze sociali. Per questo sto facendo proposte per il M5s, come il programma sul servizio civile ambientale. Non credo alle vecchie ricette” ha spiegato ad esempio, sempre nel corso del suo intervento alla trasmissione televisiva “Dritto e Rovescio”. Subito dopo ha toccato un altro tasto di quelli preferiti dai grillini doc: “Il dramma enorme di questo paese è il conflitto di interesse: tra politica e sanità, tra politica e magistratura, tra politica e Rai: una cosa oscena. Spero che il M5s ce la faccia ad andare avanti su questo”. Inevitabile anche una battuta su un tema ancora di fortissima attualità, e cioè la gestione delle autostrade in Italia: “I Benetton devono andare via” ha attaccato, in maniera netta ed esplicita: “La famiglia ha finanziato politica e giornali e si è incassata 10 miliardi di euro e poi ancora sta lì ad intascarsi i pedaggi di Autostrade dopo che sono morte 43 persone sul ponte di Genova. Non l’ho visto in nessuna parte del mondo. Hanno un potere inaccettabile “. Altro oggetto dei suoi strali è la realizzazione di una delle Grandi Opere più discussa nella storia d’Italia: “Se sento parlare del Ponte sullo Stretto non ci siamo. Vedo che c’è parte una parte dell’establishment che vuole mettere le mani sui fondi per la ricostruzione: è per questo che mi preoccupo” ha spiegato, aggiungendo  “non ne usciamo con il cemento e le grandi opere. Ne usciamo dando lavoro per le piccole e medie imprese sulla manutenzione” delle opere esistenti.

Inevitabile la difesa di un caposaldo delle politiche sociali del Movimento 5 Stelle:  “Il reddito di cittadinanza è stato
descritto come un modo di regalare soldi ai ‘fancazzisti’. Ma
senza questa misura ci sarebbero oggi anche suicidi in aumento. Non si possono sentire le critiche da Renzi che guadagna con le conferenze in Arabia Saudita: lui non dovrebbe parlare di povertà”. E sul Governo, il riconoscimento di un importante risultato ottenuto: “Quando un governo azzecca la politica sanitaria ha il dovere di andare avanti. Poi si possono fare critiche, io stesso faccio qualche critica”. Ma alla fine non molla sulla sua idea: riunire il Movimento 5 Stelle per ripartire, magari eliminando qualche contraddizione. L’obiettivo di una nuova assemblea è “riunire tutto il M5s per riscrivere l’ agenda per uscire dal buio. lo dico perchè lo abbiamo già fatto ed abbiamo preso una valanga di voti. Ora ci servono nuove idee perché il mondo dopo il Covid è cambiato”.

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