Ci lascia a 55 anni Carlos Ruiz Zafón, tra gli autori spagnoli più letti al mondo.
Si è spento a 55 anni, dopo una lunga malattia, lo scrittore catalano Carlos Ruiz Zafón. Parafrasando il suo romanzo più famoso, L’Ombra del Vento, ora, anche lui è parte di quella brezza che lo aveva portato al successo. A dare notizia della sua morte è stato il suo editore, Planeta: “Oggi è un giorno molto triste per tutta la casa editrice: nei vent’anni in cui ci siamo conosciuti e abbiamo lavorato insieme, si è creata un’amicizia che trascende il rapporto professionale”. Sul profilo Twitter dello scrittore, la notizia della sua scomparsa è accompagnata con una citazione del suo libro più importante, L’ombra del vento: “Ogni libro, ogni tomo che vedi ha un’anima. L’anima di chi l’ha scritto e l’anima di chi l’ha letto, vissuto e sognato”.
“Cada libro, cada tomo que ves, tiene alma. El alma de quien lo escribió, y el alma de quienes lo leyeron y vivieron y soñaron con él.” La Sombra del Viento
Hoy ha fallecido Carlos Ruiz Zafón, en Los Ángeles, a causa de un cáncer. Seguiremos soñando con cada palabra que escribió. pic.twitter.com/NvmlJEruPI— Carlos Ruiz Zafón (@ZafonOficial) June 19, 2020
Il suo vento
L’ombra del vento, un best seller spagnolo con un successo mondiale. Ha venduto oltre 15 milioni di copie nel mondo, oltre un milione soltanto in Italia. Ha avuto un centinaio di edizioni estere. Dal romanzo, la quadrilogia intitolata: Il Cimitero dei libri dimenticati, con: Il gioco dell’angelo (2008) Il prigioniero del cielo (2012) e Il labirinto degli spiriti (2016), tutti editi da Mondadori e tradotti da Bruno Arpaia.
Il suo dirompente prologo ha conquistato tantissimi suoi lettori con la narrazione del catalano Daniel, ripreso anche da altri autori spagnoli e non.
“Ricordo ancora il mattino in cui mio padre mi fece conoscere il Cimitero dei Libri Dimenticati. Erano le prime giornate dell’estate del 1945 e noi passeggiavamo per le strade di una Barcellona prigioniera di un cielo grigiastro e di un sole color rame che inondava di un calore umido la rambla de Santa Mónica.
«Daniel, quello che vedrai oggi non devi raccontarlo a nessuno» disse mio padre. «Neppure al tuo amico Tomás. A nessuno.»
«Neanche alla mamma?» domandai sottovoce.
Mio padre sospirò, offrendomi il sorriso dolente che lo seguiva sempre come un’ombra.
«Ma certo» rispose mesto. «Per lei non abbiamo segreti».
Subito dopo la guerra civile, il colera si era portato via mia madre. L’avevamo sepolta a Montjuïc, sotto una pioggia battente, il giorno in cui compivo quattro anni. Ricordo che quando chiesi a mio padre se il cielo piangeva gli mancò la voce. Sei anni dopo, l’assenza di mia madre era ancora un grido muto, un vuoto che nessuna parola poteva colmare. Mio padre e io abitavamo in un piccolo appartamento di calle Santa Ana, vicino alla piazza della chiesa, sopra la libreria specializzata in edizioni per collezionisti e libri usati che era stata del nonno, un magico bazar che un giorno sarebbe diventato mio, diceva mio padre. Sono cresciuto tra i libri, in compagnia di amici immaginari che popolavano pagine consunte, con un profumo tutto particolare. Da bambino, prima di addormentarmi raccontavo a mia madre come era andata la giornata e quello che avevo imparato a scuola. Non potevo udire la sua voce né essere sfiorato dalle sue carezze, ma la luce e il calore del suo ricordo riscaldavano ogni angolo della casa e io, con l’ingenuità di chi conta ancora gli anni sulle dita delle mani, credevo che se avessi chiuso gli occhi e le avessi parlato, lei mi avrebbe ascoltato, ovunque si trovasse”.
Zafòn: “Sono un feticista del libro”
Zafon aveva sempre mantenuto un legame fortissimo con la città di Barcellona, suo luogo di nascita, nonostante negli ultimi anni si fosse trasferito in California, per lavorare nel cinema, come sceneggiatore, altra sua grande passione. La sua città è rimasta comunque l’elemento più forte delle sue trame, trasfigurata da elementi fantastici. Insieme ad un altro autore spagnolo, l’Arturo Pérez-Reverte del Club Dumas, Zafón può essere considerato tra gli artefici di un intero sottogenere, quello dei romanzi che danno alla letteratura e ai libri, un potere magico.
Nel primo capitolo della quadrilogia, lo scrittore esibiva con maestria gli ingredienti che avrebbero reso così popolare la sua scrittura, mescolando fantasy, realismo e giallo, con l’espediente narrativo del libro ritrovato. Daniel Sempere, il giovane protagonista che vive a Barcellona nel 1945, nel periodo franchista, viene portato dal padre, proprietario di una bottega di libri usati, alla scoperta del Cimitero dei Libri Dimenticati, ove sono conservati centinaia di volumi destinati all’oblio. Daniel ad occhi spalancati di fronte alla miriade di libri, sceglierà tra questi L’ombra del vento, del misterioso scrittore Julián Carax che sarà suo compagno fino all’età adulta, coinvolgendolo in pericoli e nuove scoperte.
La pubblicità e la narrativa per ragazzi
Lo scrittore aveva esordito nel 1993 con un libro di narrativa per ragazzi, il principe della nebbia, (l’ispirazione pare gli venne dal suo lavoro precedente come insegnante di asilo), cui poi erano seguiti Il palazzo della mezzanotte e Le luci di settembre. Era giunto alla narrativa dopo una bella carriera nel mondo della pubblicità come copywriter e poi come direttore creativo.